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La Dia di Milano arresta per mafia Francesco Scirocco e Giovanni Bontempo

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Il centro operativo della Direzione investigativa antimafia di Milano ha arrestato con l’accusa di intestazione fittizia aggravata dall’aver agevolato la mafia due imprenditori originari di Messina: il 59enne Francesco Scirocco, gioiosano, e il 46enne Giovanni Bontempo di Naso. Stando a quanto ricostruito dalle indagini coordinate dalla Dda guidata dal procuratore Marcello Viola e dall’aggiunto Alessandra Dolci, i due sarebbero vicini al clan dei “Barcellonesi” e avrebbero dato vita ad imprenditoriali legate a Cosa Nostra finalizzate ad aggiudicarsi appalti pubblici. È emerso che Scirocco e Bontempo avrebbero partecipato anche a una gara “bandita da Infrastrutture Milano Cortina 2026” dal valore di oltre 28 milioni di euro.
I due imprenditori ora si trovano in carcere su ordinanza firmata dal gip di Milano Fabrizio Filice. La Procura, nel frattempo, ha disposto il sequestro preventivo d’urgenza di aziende, beni immobili e conti correnti per 5 milioni di euro.
A spiegare come funzionava il sistema adottato da Scirocco e Bontempo ci ha pensato il procuratore Viola attraverso una nota. In pratica, i due imprenditori avevano creato una rete di società con sede a Milano, principalmente edili e riconducibili “al sodalizio mafioso dei Barcellonesi”, con le quali si aggiudicavano appalti pubblici anche finanziati dal Pnrr riuscendo ad aggirare le normative antimafia usando prestanomi.
Una volta vinta la gara, continua Viola, “provvedevano poi a conferire l’esecuzione materiale dei lavori ad altre società, anche con sede in Calabria”. In particolare, Scirocco e Bontempo avrebbero gestito la “fase esecutiva di numerosi appalti pubblici, aggiudicati alla stessa società”, per lavori per almeno 250 milioni di euro.
Le gare a cui partecipavano le società di Scirocco e Bontempo si svolgevano in più parti d’Italia e alcune di queste erano finanziate con i fondi del Pnrr. Gli imprenditori legati a Cosa Nostra avrebbero provato ad aggiudicarsi anche l’appalto per la realizzazione di un parcheggio per le Olimpiadi invernali Milano-Cortina del 2026. Questa prevedeva anche una “opzione per l’affidamento dei lavori di realizzazione della copertura del fiume Spol e del locale interrato ‘sala pompe bacino'”, il tutto con un valore di circa 28 milioni di euro.

A decidere la partecipazione di “Infrastrutture M&B, anche in associazione a possibili consorzi” sarebbe stato Scirocco, il quale poi avrebbe concordato con Bontempo “i ribassi da applicare” sull’offerta tecnica. I due sarebbero riusciti a presentare domanda in 24 ore, ma non a vincere la gara.

Come precisato dalla nota della Procura, Scirocco era già stato condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa. Al centro dell’accusa c’erano ancora gli appalti pubblici. Il 59enne era rimasto in carcere fino al 2019 e nei suoi confronti era stato disposto il sequestro di beni per oltre 37 milioni di euro, che avrebbe acquistato e gestito anche per contro del clan di Barcellona Pozzo di Gotto e di Tortorici.
Tra gli altri appalti finiti nel mirino, una gara bandita da Anas per la manutenzione straordinaria delle strade a Catania, finanziata con fondi del Pnrr, da 40 milioni di euro. Un’altra bandita dal Commissario straordinario unico per il coordinamento e la realizzazione degli interventi di collettamento, fognatura e depurazione delle acque reflue per l’impianto di depurazione di Acqua dei Corsari, a Palermo, da quasi 21 milioni di euro. E un’altra bandita dal Comune di Diano Marina, provincia di Imperia, per la costruzione di un asilo nido, sempre finanziata con fondi del Pnrr, da quasi un milione di euro. Attraverso “l’intestazione fittizia” di società per i lavori, Scirocco e Bontempo avrebbero accresciuto “la posizione sull’intero territorio nazionale e rafforzato il potere economico” di Cosa Nostra e in particolare del clan dei “Barcellonesi”. E le “commesse pubbliche”, ottenute usando la società Infrastrutture M&B, erano, stando alle imputazioni, “destinate ad essere subappaltate” ad altre società, tra cui Sogeim, Calcem, ditte riconducibili ad Angelo Romano, nato a Catania, e alla “Consortile MM2”.