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La Uil di Messina chiede di aumentare i tetti di spesa per garantire servizi sanitari adeguati

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“Le scelte alquanto inique adottate da parte di codesto Assessorato Regionale della Salute in merito ai gravi tagli dei tetti di spesa necessari a finanziare la dotazione delle aziende sanitarie messinesi, hanno prodotto un grave disallineamento con quanto previsto dalla Rete Ospedaliera Siciliana, con la conseguenza che tutte le aziende sanitarie messinesi non hanno potuto mettere a regime numerose unità operative”.

Lo scrive in una nota stampa il segretario generale della Uil-Fpl di Messina, Livio Andronico.

“Soltanto per citare qualche esempio: nell’Asp di Messina non è stato per nulla attivato il presidio ospedaliero di Barcellona P.G, così come l’Irccs Neurolesi non ha potuto attivare le UU.OO di Riabilitazione neurologica e Riabilitazione funzionale, la U.O. Medicina interna, l’UOC Spinale ed il completamento della U.O.C di Riabilitazione. Anche l’A.O. Papardo non ha ancora attivato le UU.OO. con posti letto di Nefrologia, Reumatologia, Lungodegenza e Dermatologia. I summenzionati tagli del tetto di spesa hanno coinvolto l’azienda Papardo per circa otto milioni di euro, l’ASP di Messina per venti milioni, l’A.O.U. Policlinico G. Martino per otto milioni, l’Irccs Neurolesi, per dieci milioni mentre, molte risorse sono state spostate per privatizzare la sanità pubblica specie negli ospedali di Mistretta e di Sant’Agata Militello. Tale scelta ha comportato numerosi tagli di organico sia di dirigenti medici che di personale infermieristico e tecnico sanitario e di OSS con gravi ripercussioni sui Livelli Essenziali di Assistenza In tale vicenda ci sembra di assistere al gioco delle tre carte, in cui le vittime risultano i cittadini utenti e gli operatori, pertanto, non vincono mai. Infatti, da un lato si predispongono le dotazioni organiche secondo la Rete ospedaliera ed in armonia con D. A. 1380, dall’altro, tutto viene vanificato dal mancato finanziamento dei tetti di spesa che non garantiscono le attivazioni di diverse unità operative. Chi paga il conto di questa orribile pièce teatrale sono, da un lato i cittadini utenti che sono costretti ad attendere le lungaggini delle liste di attesa, e dall’altro i lavoratori che debbono sobbarcarsi anche i carichi di lavoro di personale mai assunto. La Uil Fpl di Messina ritiene che sia arrivato il momento di dire basta e chiede che i tetti di spesa assegnati alle varie aziende sanitarie messinesi siano aumentati al fine di garantire ai cittadini utenti servizi sanitari adeguati e garantire contestualmente il benessere organizzativo imprescindibile per il benessere dei lavoratori”.

Ha concluso il segretario della Uil-Fpl, Livio Andronico.