Home Cronaca L’emergenza rifiuti in Sicilia, la Regione dopo lo stop alla discarica di...

L’emergenza rifiuti in Sicilia, la Regione dopo lo stop alla discarica di Lentini vuole ricorrere ad altri impianti nell’Isola

171

Sicilia in ginocchio tra siccita’ e chiusura discarica di Lentini, che permette lo smaltimento dei rifiuti di circa 200 comuni della zona orientale. Ed i politici come sempre si muovono, male, solo quando i buoi scappano, come nel caso dell’autonomia differenziata che aumentera’ il gap tra Nord e Sud negli anni a venire. Gli impianti di Trattamento meccanico e biologico (Tmb) della discarica di contrada Coda Volpe di Lentini, scrive l’amministrazione di Sicula Ambiente, che la gestisce, sono stati chiusi ieri e lo saranno a tempo indeterminato dopo «la decisione dell’assessorato regionale Territorio e Ambiente del 10 giugno scorso con cui si nega l’autorizzazione al proseguimento dell’attività in attesa della definizione della verifica di assoggettabilità a Via (valutazione di impatto ambientale, ndr)». Nella comunicazione inviata a enti e istituzioni la società sottolinea anche di «avere preso atto del provvedimento del gip di Catania del 20 giugno scorso».
«Ritenuto però di doversi adeguare alle perplessità degli enti preposti al controllo e alla regolamentazione del trattamento dei rifiuti, senza però condividerlo – prosegue la nota – considerato che la esponente (Sicula Trasporti, ndr) non è in grado di rinvenire discariche ove conferire i sovvalli trattati (materiale di scarto originato dal trattamento dei rifiuti, ndr) e che non ha quindi valide alternative a quelli di conferirli presso impianti di recupero energetico, comunica la immediata chiusura, a partire dalle 12 di oggi, degli impianti di Trattamento meccanico e biologico siti in contrada Coda Volpe fino alla definizione delle istanze di assoggettabilità a Via o a differenti provvedimenti dell’autorità competente».
«Un provvedimento straordinario per consentire il conferimento temporaneo dei rifiuti, prima destinati al Tmb di Lentini e poi in altre discariche, in ulteriori impianti dell’Isola, superando così le difficoltà di smaltimento per numerosi Comuni». Ad annunciarlo è l’assessore regionale all’Energia Roberto Di Mauro (nella foto), al termine della riunione che si è tenuta in prefettura a Catania, a seguito del provvedimento della magistratura etnea.
«Ho già convocato – prosegue Di Mauro, che per tutta la giornata è stato in stretto contatto con il presidente della Regione, Renato Schifani – una riunione con l’Arpa Sicilia e le Asp di Messina, Catania, Siracusa, Ragusa e Trapani per avere i nulla osta propedeutici alla stesura del decreto di autorizzazione. Il provvedimento della magistratura è giunto in maniera inaspettata, quindi è necessario nell’immediato un atto straordinario al quale stiamo lavorando e che entro oggi dovrebbe essere definito».
Il Pd attacca. «Mancanza di pianificazione, errori sul piano rifiuti e soprattutto la incapacità dei governi di centrodestra, Musumeci prima e Schifani adesso, di realizzare un adeguato e sufficiente numeri di impianti. È questo il combinato disposto – dichiara il segretario regionale del Pd Sicilia, Anthony Barbagallo – che oggi provoca l’ennesima emergenza in Sicilia dovuta alla chiusura della discarica di Lentini. Il risultato è che, con il caldo afoso, oltre 200 comuni della provincia di Catania e la stessa città metropolitana si ritrovano con le strade colme di immondizia che non è possibile conferire. E speriamo che a questa emergenza non si aggiunga quella dei roghi». Per Barbagallo si è assistito «a una sequela di annunci propagandistici ma la realtà è che non si è mai investito seriamente sul ciclo di trattamento dei rifiuti e della sedicente riforma all’Ars non si hanno notizie di alcun genere. Una situazione drammatica che – aggiunge – dimostra ancora una volta l’improvvisazione e l’inadeguatezza del governatore Schifani, aggravata dal fatto che è anche commissario straordinario ai rifiuti proprio su decisione del governo Meloni. Non ha fatto nulla – conclude – anche in questo caso ed ora che i siciliani se ne rendano conto».