Giovedì 13 giugno – Lunedì 17 giugno 2024, alle ore 16:30, nella sede della Fondazione dell’Avvocatura Messinese, in via G. Venezian 43 Messina, si parlerà di due casi di ingiustizia con Lucio Luca autore di“La notte dell’Antimafia. Una storia italiana di potere, corruzione e giustizia negata” (Compagnia Editoriale Aliberti, 2024) e con Fabio Mazzeo autore di “58:11” (Cento autori, 2024). L’evento “Dai giornali alla narrativa: storie di ingiustizia” è organizzato dalla Fondazione dall’Avvocatura Messinese, dall’Ordine degli Avvocati di Messina e dall’Associazione ALuMnime, in collaborazione con la libreria Bonazinga di Messina. La partecipazione all’evento darà diritto agli studenti di giurisprudenza al riconoscimento di due crediti formativi ordinari.
Sono previsti i Saluti del Presidente FAM Vincenzo Ciraolo, del Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Messina Paolo Vermiglio, del Presidente dell’Associazione ALuMnime Francesco Rende. A moderare l’incontro sarà il Redattore della Gazzetta del Sud Sebastiano Caspanello. Il Vicepresidente FAM Massimo Rizzodialogherà con gli autori Lucio Luca e Fabio Mazzeo.
Un’iniziativa in linea con gli obiettivi degli enti promotori: offrire spunti di riflessione attingendo dalla contemporaneità, per una formazione quanto più completa e variegata. L’incontro sarà un’occasione importante per trattare il tema della giustizia dal punto di vista giudiziario e umano, trattando anche i risvolti più ambigui e complessi, sul limite del paradosso.
GLI AUTORI
Lucio Luca
Classe 1967, giornalista e scrittore. Ha lavorato per “Repubblica” occupandosi di cronaca nera, giudiziaria, politica estera, sport e Cultura. Tra le pubblicazioni si citano “Prove tecniche di trasmissione, trent’anni di radio e tv private a Palermo” e “Puellae, non donne di provincia, duemila anni di prostituzione in Sicilia” entrambi Sigma Edizioni. “Il killer dell’ufficio accanto”, “La vera storia di Nino Velio Sprio” e “Dall’altra parte della luna, siciliani d’America che ce l’hanno fatta” per la Pietro Vittorietti. “Quattro centesimi a riga. Morire di giornalismo”Zolfo. Con “L’altro giorno ho fatto quarant’anni” (Laurana Editore) ha vinto il Premio Articolo 21 per la libertà di informazione e il premio Mario e Giuseppe Francese.
“La notte dell’Antimafia. Una storia italiana di potere, corruzione e giustizia negata” (Compagnia Editoriale Aliberti, 2024). Prefazione di Enrico Bellavia.
C’era una “zarina” a Palermo. Una delle figure più potenti e insospettabili della città: la presidente della sezione Misure di prevenzione del tribunale, un passato da icona dell’Antimafia. Capace però di organizzare una rete di avvocati, commercialisti e contabili con l’obiettivo di svuotare le aziende sequestrate alla criminalità, farle fallire e incassare per anni ricchi stipendi. E poi c’era il figlio di un imprenditore, proprietario di un’azienda vinicola pluripremiata nel mondo. Viene accusato di essere un mafioso, amico di boss del calibro di Bernardo Provenzano, Madonia e Lo Piccolo. Ci vorranno anni per svelare il complotto ordito ai suoi danni, come a quelli di molti altri imprenditori siciliani accusati ingiustamente di mafia per spolparne i beni. Ora il vaso di Pandora del più grande scandalo dell’Antimafia siciliana è stato scoperchiato, grazie a qualche giornalista scomodo. Ma la battaglia non è vinta. Il finale sconcertante di questo libro, che di romanzesco ha solo lo stile narrativo perché i fatti sono tutti veri, ve lo racconterà: lasciandovi la sensazione amara di una società, quella siciliana, che sembra non riuscire ancora a imparare dai suoi errori.
Fabio Mazzeo
Classe 1967, scrittore e giornalista, esperto di cronaca e politica sanitaria. È stato cronista per testate regionali e nazionali lavorando per undici anni per una tv locale. È stato capo della comunicazione degli Istituti Clinici Scientifici Maugeri, coordinatore dell’ufficio stampa dell’AIFA (Agenzia italiana del farmaco), Capo Ufficio Stampa del Ministero della Salute e Capo Ufficio Stampa del gruppo parlamentare Pdl alla Camera. “La solitudine degli amanti” (Cairo 2019) è stato il suo primo romanzo.
“58:11” (Cento autori, 2024)
Col ritrovamento del cadavere di Victoria, transessuale orrendamente sfigurato, ha inizio una discesa agli inferi. Le strade sono quelle di Roma, i palazzi quelli del potere. Niente è come sembra, tranne la violenza delle esecuzioni. Chi uccide, omicidio dopo omicidio, sta bombardando l’intero sistema. Per il magistrato Liliana Cannata un solo indizio a disposizione. E un solo uomo di cui fidarsi, l’ispettore Andrea Giannini, abile e malinconico, con indosso i segni di un antico tradimento e quelli della morte della compagna, Nina. Alleati e complici, i due dovranno superare il fine stesso dell’indagine per arrivare a qualcosa di molto più profondo: indagare la ferocia di cui è capace l’amore quando, animale ferito, si rivolta contro i suoi aguzzini, implacabile come il versetto biblico che dà il titolo al romanzo.