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Election day 8 e 9 giugno anche in Sicilia, 10 comuni provinciali al voto. Aumenti del 30% per i componenti dei seggi

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Il consiglio dei ministri ha dato il via libera per l’election day che si terrà l’8 e il 9 giugno, due giorni di seggi aperti proprio per permettere un maggior afflusso di persone. Per la terza volta si andrà, quindi, al voto di sabato come già accaduto nel 2004 e nel 2009 quando al governo c’era Silvio Berlusconi.
Saranno 3701 i comuni chiamati alle urne proprio quel secondo fine settimana di giugno, per un totale di quasi 17 milioni di votanti. Tra queste città ci sono 27 capoluoghi di provincia e sei anche di regione. In Sicilia si voterà in 36 Comuni tra cui 10 in provincia di Messina, ovvero Brolo, Condrò, Falcone, Forza D’Agrò, Leni, Longi, Mandanici, Oliveri, Rometta e Spadafora.
Restano invece fuori dall’election day le Province, soprattutto in Sicilia, prima Regione in Italia ad aver reintrodotto il voto diretto superando la Delrio con la riforma pronta per l’Assemblea regionale. «Io non escludo, quando la legge sarà approvata dall’Ars, la possibilità di accorpare il voto delle provinciali con quello delle europee. L’election day consente un risparmio economico», aveva detto pochi giorni fa il governatore Schifani.
Il Cdm ha anche optato per un aumento dei compensi di circa il 30%, sia per gli scrutatori (da 120 a 156 euro) che per i presidenti di seggio (da 150 a 195 euro), portando i costi delle elezioni di giugno a 27,7 milioni di euro. Il personale del seggio sarà impegnato, con l’ampliamento del tempo lasciato ai cittadini per votare deciso dal governo, il sabato dalle 14 alle 22 e la domenica per tutta la giornata.
All’interno del decreto per le elezioni c’è anche la norma che cancella i limiti temporali ai sindaci nei Comuni fino a 5mila abitanti e alza da due a tre mandati nei centri fino a 15mila residenti.