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Enzo Sindoni si prende tutte le colpe della retrocessione dell’Orlandina

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Esclusione dalla serie A del 2008 a parte la quarta retrocessione da quando è diventato il proprietario dell’Orlandina basket (7 le promozioni sul parquet più 2 ripescaggi, 2 Coppe nazionali e l’imbattuto record di 27 vinte su 30 in Legadue) equivale al momento più buio ed incerto dei 27 anni alla guida del club più blasonato della storia del basket siciliano e dell’intero Sud Italia. Mai come dopo lo 0-3 contro Lissone dalle parole di Enzo Sindoni è parsa evidente la rassegnazione e la voglia di mollare, perché oltre alla retrocessione nella Quarta serie, si rende conto che c’è un palpabile disinteresse di buona parte della tifoseria paladina. “Oggi non è il momento delle recriminazioni – ha detto Sindoni – e voglio ringraziare tutti quelli che in questa stagione hanno provato a dare il loro contributo partendo da David Sussi, coach Rodolfo Robustelli, i giocatori e lo staff. Il responsabile di questa retrocessione sono io, perché toccava a me riuscire a capire cosa non ha funzionato e fare qualcosa di più. Dopo 27 anni alla guida di questa società, grazie alla quale sono stato anche osannato oltre i miei meriti, credo che oggi non si debba attribuire ad altri se non al sottoscritto la responsabilità della retrocessione. L’Orlandina appartiene a Capo d’Orlando, non a me. Non voglio parlare di futuro, voglio solo credere che l’Orlandina indipendentemente da me possa avere quello che merita. Ringrazio i tifosi che ci hanno seguito fino alla fine. Mi auguro che quelli che hanno già deciso di smettere di seguirla ritrovino amore ed entusiasmo. Voglio dire che un domani ci sarà, la maglia non appartiene a chi ha l’onore di portarla addosso. La società non appartiene a chi ha avuto la fortuna di guidarla per ventisette anni. Mi scuso con tutti, viva Capo d’Orlando, viva l’Orlandina”.