MISTRETTA – Avevano denunciato un furto di bestiame, mai avvenuto, al fine di sanare una irregolarità segnalata dall’Asp di Enna. Per il reato di simulazione di reato in concorso sono stati deferiti in stato di libertà alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Enna, la titolare di un’azienda agricola di Capizzi, 58enne di Capizzi, ed il nipote 22enne, dipendente della stessa.
Le indagini sono state condotte dai Carabinieri della Compagnia di Mistretta. La donna aveva sporto denuncia di furto di 119 capi di bestiame, tra ovini e caprini, presso la Stazione Carabinieri di Capizzi lo scorso 16 novembre, al fine di sanare la situazione emersa a seguito di un controllo veterinario effettuato da personale ASP di Enna il 12 novembre. Gli animali dichiarati dall’azienda, prima del controllo risultavano 172, mentre durante la verifica dell’Asp erano solo 53. L’imprenditrice ed il nipote, quest’ultimo presente al controllo dei veterinari, hanno giustificato l’ammanco dichiarando un presunto furto, dimostrato in realtà mai avvenuto poiché in quei luoghi già da diverso tempo non era presente alcuna traccia di animali, circostanza confermata anche dai testimoni chiamati a riferire ai Carabinieri. L’ipotesi su cui stanno ancora lavorando i militari dell’Arma è quella di una probabile vendita sul mercato nero degli animali da destinare alla macellazione clandestina.