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Messina: ignora l’alt della polizia, si lancia in una fuga in pieno centro e dichiara false generalità agli agenti. La polizia arresta una trentaduenne messinese

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Ha preferito ignorare l’alt della Polizia e lanciarsi in un pericoloso quanto inutile inseguimento pur di eludere i controlli e non incappare nelle sanzioni previste per la guida senza patente.
È accaduto ieri in centro città, ad un posto di controllo lungo via La Farina predisposto dai Poliziotti delle Volanti, impegnati quotidianamente nel controllo del territorio. La donna, una messinese di 32 anni, è stata raggiunta e bloccata dopo un lungo inseguimento durante il quale, sfrecciando a velocità, ha messo a repentaglio l’incolumità sua, degli altri utenti della strada e degli stessi agenti. Nel farlo ha violato ripetutamente anche le più basiche regole della circolazione stradale, ignorando semafori rossi e imboccando strade in controsenso.
Ai Poliziotti che l’hanno fermata e sottoposta a controllo ha, infine, dichiarato false generalità riconducibili ad una donna realmente esistente e titolare di patente di guida, sostenendo di non avere al seguito documenti personali. Insospettiti dal suo atteggiamento, gli agenti hanno provveduto, con personale di sesso femminile, ad effettuare un’attenta perquisizione che ha portato al rinvenimento di un documento di identità ben occultato all’interno della borsa, che ha svelato un’identità diversa da quella dichiarata.
I poliziotti hanno pertanto proceduto all’arresto della donna per i reati di resistenza a pubblico ufficiale e false dichiarazioni sulla propria identità. Su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, è stata poi sottoposta agli arresti domiciliari in attesa del rito direttissimo.
Alla donna sono state altresì contestate diverse sanzioni ai sensi del Codice della Strada, tra cui guida senza patente, attraversamento con semaforo rosso e guida in controsenso, per un ammontare complessivo di 5.364 euro, sempre se pagati entro i 60 giorni.
Si precisa che il procedimento è ancora in fase di indagini preliminari e che, in ossequio al principio di non colpevolezza, fino a sentenza di condanna passata in giudicato sarà svolto ogni ulteriore accertamento che dovesse rendersi necessario, anche nell’interesse dell’indagato.