CAPO D’ORLANDO – Un’intensa attività investigativa della Squadra Mobile di Siracusa, scattata a seguito di alcune rapine messe a segno presso degli istituti di credito di Cassibile di Siracusa, Lentini, Palazzolo Acreide e Capo d’Orlando, ha portato dalle prime ore di oggi a 8 fermi. I soggetti in questione sono ritenuti responsabili di una serie di rapine compiute nei mesi di settembre e novembre scorsi.
Le misure, emesse dalla Procura della Repubblica di Siracusa e coordinate dal Pubblico ministero Roberto Campisi, scaturiscono da un’intensa attività investigativa esperita a seguito di alcuni colpi messi a segno presso degli istituti di credito di Cassibile a Siracusa, Lentini, quando sono stati chiusi in una stanza sia i dipendenti sia i clienti, e Palazzolo Acreide e la tentata rapina a Capo d’Orlando di tre settimane fa. Per questo episodio erano stati fermati dai poliziotti del Commissariato paladino poco prima che mettessero a segno il colpo, ed erano stati trovati in possesso di attrezzi da scasso.
L’operazione è stata denominata “Settemassi” dal termine convenzionale utilizzato dai malviventi per confermare di essere pronti all’intervento malavitoso: “dobbiamo prendere il Settemassi”.
Gli arrestati dovranno rispondere di aver costituito una stabile organizzazione a delinquere finalizzata alla commissione di rapine in danno di banche e sono stati identificati in Salvatore La Rosa (classe 1965) residente a Palazzolo Acreide, Gaetano Calcò (classe 1966) residente a Villasmundo, frazione di Melilli, Francesco Conti Taguali (classe 1988) domiciliato a Villasmundo, Giuseppe Lucio Giuffrida (classe 1986) residente a Catania, Antonino Grasso (classe 1955) residente a Catania, Antonino Russo (classe 1984) residente a Catania, Massimo Catania (classe 1970) residente a Catania, Michelangelo Zito (classe 1955) residente a Catania.
Bottino non ingente e di poche migliaia di euro, considerato che gli arrestati non hanno potuto prelevare una somma maggiore solo per il meccanismo che impedisce l’apertura manuale della cassa.
Negli episodi criminosi considerati, i rapinatori agivano sempre seguendo un preciso canovaccio, operando a volto scoperto o parzialmente travisato e senza fare uso delle armi da fuoco ma muniti di taglierino e si guadagnavano la fuga grazie a complici basisti del luogo che li attendevano all’esterno delle banche a bordo di alcune autovetture. Per arrivare all’arresto degli otto sono state utilizzate immagini registrate dai sistemi di videosorveglianza e intercettazioni e sono allo studio almeno altri due o tre episodi.