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Da dicembre benzina più cara poichè il Governo ha ridotto lo sconto

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Alla fine non ha ricevuto il via libera l’azzeramento dell’Iva su alcuni beni alimentari primari, come pane, pasta e latte, discusso oggi in Cdm. È stato invece approvato lo sconto sul prezzo dei carburanti, che il governo precedente aveva introdotto per aiutare i cittadini alle prese con il caro benzina. Questo viene ora tagliato da 30,5 centesimi a 18,3 centesimi: in altre parole, la benzina da dicembre sarà più cara. Le accise sulla benzina, fino al 31 dicembre 2022, passeranno a 578,40 euro ogni mille litri, mentre per il diesel si fermeranno a 467,40 euro.
“Quando è intervenuto lo sconto sulle accise la benzina era molto al di sopra dei prezzi attuali. Noi, avendo una coperta un po’ corta in termini economici, dobbiamo scegliere cosa sostenere. Abbiamo  ritenuto necessario il lavoro, le imprese e cittadini deboli: alcune cose si sono potute mantenere anche sul piano delle accise, ma bisognava aiutare la nazione a ripartire”, aveva commentato ai giornalisti il ministro Francesco Lollobrigida, dopo il vertice di maggioranza del pomeriggio.
Queste modifiche, avevano fatto sapere fonti di governo già nelle scorse ore, non andrebbero a toccare gli autotrasportatori, per cui vigono altri regimi. Ad ogni modo, ancor prima del via libera il Cdm, il Codacons era intervenuto: “Si tratta di una misura assurda che avrà effetti diretti e indiretti pesantissimi sulle tasche degli italiani”, aveva detto il presidente dell’associazione per i consumatori, Carlo Rienzi. “In primo luogo la riduzione del taglio delle accise provocherà un rialzo immediato dei prezzi di benzina e gasolio alla pompa di 12,2 centesimi al litro e una maggiore spesa pari a +6,1 euro a pieno, +146 euro annui a famiglia ipotizzando due pieni mensili di carburante, conto che sale al crescere dell’utilizzo dell’automobile da parte dei cittadini”.
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Per poi concludere: “In secondo luogo, fatto ancora più grave, l’abbassamento del taglio dell’accisa produrrà pesanti effetti indiretti, con un aumento dei prezzi al dettaglio per i beni trasportati, considerato che l’85% delle merce in Italia viaggia su gomma. Ci saranno quindi conseguenze negative sull’inflazione, in un momento in cui i listini al dettaglio andrebbero calmierati”.