Che dietro gli incendi di quelle autovetture a Forza d’Agrò ci fosse la mano di uno o più malviventi i carabinieri lo avevano scoperto sin da subito, ma hanno dovuto lavorare pazientemente per mettere a posto ogni tassello e costruire un solido castello accusatorio, anche grazie ad intercettazioni telefoniche e ambientali. Un’indagine certosina condotta dai militari del Nucleo operativo della Compagnia di Taormina, guidati dal capitano Giovanni Riacà, che ha consentito di scoprire l’esistenza di un gruppo criminale che negli ultimi due anni si era mosso pericolosamente in paese e non solo, compiendo raid, minacciando cittadini e dedicandosi allo spaccio di droga nei comuni jonici.