30mila aziende sono a rischio fallimento per il superbonus 110%. C’è la possibilità che 150 mila persone rimangano senza il posto di lavoro. Dopo l’indagine di CNA – Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa – la dura presa di pozione del Consorzio Cassiopea.
Infatti, sottolinea Giuseppe Pettina, direttore generale del Consorzio Cassiopea, una tra le realtà più importati e dinamiche del panorama italiano, parlando di superbonus 110%, “non abbiano più né garanzie né certezze da parte del Governo e della Politica e per questo ci fermiamo in attesa di sviluppi”.
Già da tempo, afferma Pettina avevamo denunciato le problematiche legata al bonus, avevamo chiesto controlli e verifiche selettive, nutrendo anche dubbi sul “sistema” delle erogazioni.
E continuando aggiunge, il problema di questo sistema non è quello delle “truffe” – marginale in termini economici nel suo complessivo e sicuramente contenibile -, ma sulla gestione delle erogazioni che vede oggi 33 mila imprese medio piccole a rischio fallimento che potrebbe portare alla perdita di 150 mila posti di lavoro in tutta la filiera della costruzione. Una crisi economica e sociale non di poco conto e che deve la sua origine proprio al blocco della cessione dei crediti legati ai bonus edilizi”.
“Significa, spiega Pettina, che le imprese hanno riconosciuti sconti in fattura senza vederli monetizzati, cioè hanno lavorato gratis”.
Tanto che quasi un’impresa su due (poco meno della metà) – come emerge dalla stessa indagine della CNA – sta pagando i fornitori in ritardo, il 30,6% rinvia le tasse e le imposte e una su cinque non riesce a pagare i propri collaboratori.
“Così qui alla Cassiopea, una struttura consortile che ha aperto 150 cantieri, dalla Sicilia alla Val d’Aosta, in poco più di un anno e mezzo, abbiamo preso una drastica decisione. Non apriremo più un cantiere. Porteremo a termine quelli da completare. Una scelta drammatica che facciamo consapevoli di tutto, ma nel rispetto della credibilità nostra e dei nostri partners, dei proprietari di case, singole e grandi condomini che si affiderebbero a noi…Senza il rispetto delle regole non si può andare avanti.”
Pettina è severo anche sul ruolo degli intermediari finanziari che hanno iniziato a bloccare gli acquisti o alzando il costo delle erogazioni. Ed a oggi, i crediti in attesa di accettazione superano i 5 miliardi, di cui circa 4 miliardi si riferiscono a prime cessioni o sconti in fattura.
Lo Stato deve intervenire nuovamente sul superbonus 110%, come già ha fatto.
Al contrario, come detto dalla confederazione degli artigiani e delle piccole e medie imprese, si andrà incontro a una gravissima crisi economica e sociale.
Il motivo ella crisi risiederebbe nella serie di provvedimenti normativi che hanno alimentato la confusione e l’incertezza degli intermediari. Il 47,2% delle imprese dichiara di non trovare soggetti disposti ad acquisire i crediti mentre il 34,4% lamenta tempi di accettazione dei documenti contrattuali eccessivamente lunghi. “Davanti a norme incerte e continui stop and go gli intermediari finanziari hanno bloccato gli acquisti – si legge nella nota pubblicata online – e a oggi i crediti in attesa di accettazione superano i 5 miliardi e di questi circa 4 miliardi si riferiscono a prime cessioni o sconti in fattura”.
Una delle critiche principali mosse al superbonus 110% è il fattore “truffa”, quello che secondo politici e giornali ha creato un giro di 4,4 miliardi di euro rubati allo Stato. Il dato è stato però smentito, infatti le frodi riguardavano il superbonus 110% per appena (si fa per dire) 130 milioni di euro, il 3% del totale delle frodi annunciate precedentemente. Secondo Lavori Pubblici, una rivista di informazione tecnica per l’edilizia, su oltre 13 miliardi di spese per interventi di riqualificazione energetica e riduzione del rischio sismico che accedono al superbonus, neanche l’1% sono state truffe”.
Un’altra delle critiche, anch’essa smentita dai dati, è stata la dichiarazione di Mario Draghi al Parlamento europeo. Draghi ha affermato che il Superbonus ha un costo di efficientamento energetico triplicato, mentre le organizzazioni di categoria parlano di prezzi aumentati del 50-60% per cause globali, non in riferimento al bonus. Tanto che l’Europa ha indicato il modello del superbonus 110% come virtuoso per la transizione ecologica.
Sempre secondo CNA il bonus dell’edilizia ha offerto un contributo rilevante al rimbalzo del Pil. Il mancato avvio di nuovi cantieri e la chiusura di quelli già attivi potrebbe avere conseguenze economiche e sociali gravi. Il quadro è preoccupante e lo Stato deve intervenire in maniera straordinaria per recuperare il valore inizialmente garantito dal superbonus 110%.
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