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La Uil dice no alla privatizzazione dell’ospedale di Barcellona

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Riceviamo e pubblichiamo il comunicato della Uil Messina.
“La decisione dell’Asp di Messina di avviare la procedura di esternalizzazione del pronto soccorso dell’ospedale di Barcellona P.G. rappresenta un ulteriore tassello che punta alla totale demolizione della sanità pubblica e alla sua privatizzazione. Una decisione sbagliata e che avversiamo profondamente. Infatti, in maniera subdola, si cerca di propagandare la privatizzazione del pronto soccorso di Barcellona come una grande conquista, quando in realtà si tratta di una scelta che, ove dovesse concretamente realizzarsi, rischia di costituire una pesantissima penalizzazione per i cittadini-utenti, i quali, come del resto già avviene nelle realtà nelle quali sono state avviate queste attività private, sono costretti a pagare profumatamente per ogni prestazione ricevuta. Dopo quanto avvenuto nei nosocomi di Mistretta e Sant’Agata di Militello, adesso, prosegue il nefasto disegno voluto dai massimi vertici del governo regionale che punta alla privatizzazione della sanità pubblica con le gravissime conseguenze sociali” lo ha dichiarato Ivan Tripodi, segretario generale Uil Messina.
“La Uil dice no alla svendita della sanità pubblica e chiede con forza la gestione pubblica dell’ospedale di Barcellona, affinché il diritto alla salute, garantito dalla nostra Carta costituzionale, non sia condizionato dalla capacità di pagamento delle prestazioni da parte dell’utenza. Tutto ciò rischia di creare disparità di trattamento, come peraltro avviene con le lunghe liste di attesa per le visite specialistiche o per gli esami diagnostici dove chi ha soldi si cura, mentre moltissimi pazienti anziani o fragili, percettori di redditi bassi, non si possono curare. Non saremo, pertanto, complici di una scelta fallimentare che nasconde obiettivi lontanissimi dalle reali esigenze delle persone che chiedono, semplicemente, di avere un ospedale pubblico totalmente funzionante” ha così concluso Ivan Tripodi.
Gli fa eco il Movimento Citta’ Aperta.
“Depotenziamento, chiusura, incertezza e disagio. In questi ultimi anni, ma il problema come è noto ha radici ormai lontane nel tempo, il Cutroni Zodda ha subito una serie di colpi assestati da una politica che sempre di più rende evidenti le proprie priorità. Oggi ne abbiamo avuto chiara notizia. Dovremmo rallegrarci, dimostrare soddisfazione per la soluzione proposta? Esternalizzare il servizio del pronto soccorso, anche se temporaneamente, non può che suscitare ulteriore rabbia e scoramento nella cittadinanza.
Significa di fatto affidare ai privati la gestione della sanità, dando avvio ad un’erosione del sistema che inevitabilmente porterà a creare disparità e squilibri a livello sociale; appare inoltre come minimo operazione superficiale, se non incosciente e inutile, aprire un sedicente pronto soccorso che sia privo dei necessari reparti relativi all’ emergenza urgenza.
Il servizio sanitario è e deve rimanere una priorità assoluta dei territori e non essere soggetto a dinamiche legate al profitto e alla concorrenza tra privati.
Le parole del sindaco di Barcellona Pozzo di Gotto e dell’onorevole barcellonese Galluzzo ci inquietano. Rallegrarsi per una “rinascita” del Cutroni Zodda tramite l’intervento dei privati significa esplicitare un disegno politico che si era già palesato: togliere competenze al pubblico per permettere a pochi privati di fare affari. Sulla salute dei cittadini”.