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Arbitro aggredito a Riposto, calcio sconfitto, societa’ malata. Condanna generale ma non basta

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Sabato sera di follia allo stadio Luigi Averna di Riposto dove l’arbitro di un incontro playoff Under 17 provinciale tra la squadra locale Russo Sebastiano Calcio Riposto e il Pedara, è stato brutalmente aggredito. La violenza inaudita si è scatenata durante i tempi supplementari della partita, nell’impianto di Torre Archirafi che, ironia della sorte, avrebbe dovuto essere chiuso al pubblico a causa dell’inagibilità delle tribune.
La scena, ripresa da un video che ha rapidamente invaso i social media, è agghiacciante. Il direttore di gara, il 19enne Diego Alfonzetti della sezione di Acireale, si è trovato improvvisamente accerchiato da una furia di giocatori e altre persone entrate in campo, costretto a proteggersi il volto da una pioggia di calci e pugni. Le immagini mostrano chiaramente la sua disperata difesa, prima che l’intervento di un adulto, presumibilmente un genitore, lo sottraesse a stento alla violenza del gruppo, trascinandolo a bordo campo.
Ma la follia non si è placata con l’allontanamento dell’arbitro. La rissa è dilagata, coinvolgendo altri giovani calciatori in una vergognosa sequenza di scazzottate, spintoni e pugni. Il tutto è avvenuto sotto gli occhi di un esiguo numero di presenti, le cui grida di “vergogna… siete animali…” testimoniano l’indignazione di fronte a tanta brutalità.
Di fronte alla gravità degli eventi, è stato lanciato l’allarme e i Carabinieri sono intervenuti con tempestività allo stadio Averna. I militari hanno immediatamente avviato le indagini per ricostruire l’esatta dinamica dell’aggressione, ascoltando la testimonianza dell’arbitro e raccogliendo informazioni da chi ha assistito alla scena. Un elemento chiave per l’identificazione dei responsabili è il video dell’aggressione, ora nelle mani degli inquirenti. L’obiettivo è chiaro: denunciare i colpevoli e richiedere l’applicazione di Daspo (Divieto di Accesso alle manifestazioni Sportive) e l’esclusione dal campionato per la squadra ritenuta responsabile. I carabinieri anche il reato di “apertura abusiva di luoghi di pubblico spettacolo senza avere osservato le prescrizioni dell’Autorità a tutela dell’incolumità pubblica. La partita doveva giocarsi a porte chiuse.
La reazione del mondo arbitrale non si è fatta attendere. L’Associazione Italiana Arbitri (AIA), sezione di Acireale, ha espresso con forza la propria solidarietà “all’amico e arbitro associato per la brutale aggressione subita in occasione della partita tra Russo Calcio Riposto e Pedara”. Le parole dell’AIA sono un grido di sdegno: “Scene di una violenza inaudita che ci lascia inorriditi e disgustati. Siamo senza parole. Questo non è calcio, questo non è sport. Oggi abbiamo perso tutti”.

Durissimo anche il commento del presidente del Comitato Regionale Sicilia della Lega Nazionale Dilettanti, Sandro Morgana:
“Esprimo la mia più ferma e totale condanna per l’aggressione subita dall’arbitro. Un episodio gravissimo che ha scosso l’intera comunità sportiva e che ci riporta indietro nella lotta contro la violenza negli stadi, un tema su cui siamo da sempre impegnati.
Questo vile attacco, che ha avuto luogo a pochi giorni dal Torneo delle Regioni, è una vergogna per il nostro sport e disturba profondamente la vigilia di un momento fondamentale per la Sicilia sul piano sportivo, culturale e turistico. La violenza gratuita che ha travolto l’arbitro, costretto a difendersi sotto una pioggia di calci e pugni, è intollerabile. Fortunatamente, l’arbitro è ora a casa, dopo aver ricevuto le prime cure, ma rimane la gravissima ferita morale e l’indignazione per quanto accaduto.
“Ho personalmente portato la mia solidarietà – continua – all’arbitro e gli ho dedicato un grande abbraccio, confermando il mio pieno supporto a lui e a tutto il mondo arbitrale. Un episodio come questo non deve rimanere impunito. Confido in provvedimenti rapidi, severi e decisivi, con l’obiettivo di evitare che simili atti di violenza possano mai più accadere in futuro”.
Questo è il momento di unire le forze, di dare un segnale forte e chiaro a tutti: lo sport deve rimanere un luogo di rispetto, educazione e sano agonismo. La violenza non ha posto in nessun stadio d’Italia. L’immediato intervento delle forze dell’ordine e la raccolta delle prove, tra cui il video dell’aggressione, sono passi importanti verso l’identificazione dei responsabili. Mi sento profondamente deluso perché in questi anni avevamo intrapreso un percorso importante, grazie anche alle istituzioni dei nuclei antiviolenza. Non vogliamo fermarci. Anzi, è il momento di insistere e rilanciare l’azione di chi ama il calcio, di chi crede nei valori. Siamo vicini al mondo arbitrale, che è parte integrante del nostro sport. Condivido il pensiero dell’Associazione Italiana Arbitri che ha espresso la sua solidarietà con forza, e io sono completamente d’accordo con il loro messaggio: “Questo non è calcio, questo non è sport”. Oggi, purtroppo, abbiamo perso tutti”.