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Messina, la droga sui Nebrodi e il traffico con la Calabria: il pm chiede sette condanne

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Battute finali del processo per i sette imputati col rito ordinario sull’operazione coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Messina che nell’ottobre 2023 sgominò un vasto giro di droga tra la Calabria ed i Nebrodi. All’udienza di fronte al collegio del Tribunale di Patti, presidente Mario Samperi, a latere Eleonora Vona e Giovanna Ceccon, il pubblico ministero Andrea Apollonio ha formulato le richieste di condanna, con mano pesante in particolare per quattro imputati. Si tratta di Dario Di Perna, ritento l’organizzatore della contestata associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di stupefacenti, per il quale sono stati chiesti 20 anni e 6 mesi di reclusione; Piera Mondello, partecipe, ausiliatrice e corriere dell’associazione stessa, per la quale è stata sollecitata la pena di 16 anni e 6 mesi; Antonino Tuccio e Mirko Maniaci, partecipi dell’associazione, con richiesta di condanna a 10 anni e 6 mesi ed esclusione di due imputazioni per Maniaci perché il fatto non sussiste.
Nella requisitoria il pubblico ministero ha delineato i contorni di quella che ha definito una «associazione a delinquere dilettantistica ma non per questo meno pericolosa» la cui base operativa fu individuata a Sant’Angelo di Brolo. «La droga che compravano dai calabresi all’ombra della ’ndrangheta è sporca del sangue di vittime di mafia del Paese», ha aggiunto il pm sottolineando il canale diretto ed il rapporto fiduciario instaurato con i Pelle di San Luca, famiglia di prim’ordine della ’ndrangheta ed al vertice del narcotraffico mondiale. Le altre richiese di condanna riguardano Francesco Cotugno (3 anni e 3 mesi), Alessandro Faranda e Salvatore Ratto (3 anni) quali spacciatori per conto dell’organizzazione.
La parola passa adesso ai difensori, avvocati Antonio Spiccia, Carmelo Occhiuto, Manuela Alessandrino, Giuseppe Tortora Giuseppe Condipodero, Marilena Bonfiglio, Alessandro Pruiti e Alessandra Ioppolo, le cui discussioni sono in programma nelle udienze del 19 e 28 maggio prossimi. Agli atti del procedimento anche la sentenza già emessa nel rito abbreviato dal Tribunale di Messina a marzo 2024. Definitiva la condanna, ridotta da 16 anni a 13 anni e 8 mesi per la rinuncia all’appello, per Michele Siragusano, al vertice del sodalizio.