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Acquedolci: dopo sei anni, la Corte d’Appello di Messina ha assolto il 35enne rumeno dall’accusa di violenza sessuale

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La Corte d’Appello di Messina, seconda Sezione Penale (presidente Bruno Sagone, consiglieri Daria Orlando e Adriana Sciglio), lo scorso 8 gennaio ha assolto per non aver commesso il fatto, MARC Simion Marius, riformando la sentenza emessa dal Tribunale di Patti il 23 novembre 2023.
L’uomo, un 35enne rumeno, al tempo dei fatti domiciliato ad Acquedolci, era stato accusato di violenza sessuale in concorso con il connazionale MATEI Dumitrache Ovidiu, questi assolto, nel novembre 2023, in primo grado dal Tribunale di Patti, con la formula per non avere commesso il fatto, ma lo stesso Tribunale aveva condannato MARC Simion Marius ad otto anni di reclusione, al pagamento delle spese processuali ed al risarcimento dei danni alla Parte Civile.
Secondo la tesi della persona offesa, una donna di Sant’Agata di Militello, ma sposata ad Acquedolci, il reato di violenza si sarebbe consumato il 18-03-2019 ad Acquedolci, da parte di due uomini, i quali si sarebbero nascosti nel locale caldaia, posto al piano terra dell’edificio in cui la donna risiedeva insieme alla sua famiglia. I due l’avrebbero immobilizzata legandola mani e piedi, dopo averla sorpresa nel buio, costringendola a subire atti sessuali.
Le indagini portate avanti dai Carabinieri della Compagnia di Santo Stefano di Camastra e della Stazione di Acquedolci individuarono i due accusati, che nel 2021, furono rinviati a giudizio dal Gup del Tribunale di Patti.
Oggi, dopo ben sei anni, la sentenza della Corte d’Appello di Messina assolve anche il secondo imputato.
I due uomini accusati del grave reato erano difesi dall’Avvocato Giuseppe Faraci, il quale ha espresso grande soddisfazione per la sentenza che lo scorso 8 gennaio ha assolto ” per non aver commesso il fatto” anche il secondo dei due uomini accusati di questo terribile ed odioso reato. “Siamo soddisfatti per il risultato”, ha dichiarato l’Avvocato Faraci, “e rimaniamo in attesa di leggere le motivazioni della Corte Territoriale”.