Tindari – Milazzo, Patti, Gioiosa Marea, Tripi e Tusa. Cinque location per due spettacoli da non perdere: “Luigi che sempre ti penza” e “Le dodici notti magiche”. “Prodigium”, la rassegna natalizia del Parco archeologico di Tindari, entra nel vivo con la sezione dedicata alle perfomance teatrali. Il primo spettacolo, “Luigi che sempre ti penza”, è prodotto dal Teatro Biondo di Palermo e andrà in scena venerdì 27 dicembre (ore 18) all’auditorium parrocchiale San Vincenzo Martire (Tripi) e lunedì 30 dicembre (ore 21) all’oratorio SS. Sacramento di Tusa, mentre “Le dodici notti magiche”, prodotto dalla Proloco di Patti, con il supporto dell’assessorato regionale a Turismo, sport e spettacolo e in partnership con la diocesi di Patti, “E20divini” e i Comuni di Milazzo, Gioiosa Marea e Patti, si terrà nella chiesa Maria SS. delle Grazie di Gioiosa Marea (ore 18,45) e nella chiesa San Michele Arcangelo di Patti (ore 21) sabato 28 dicembre, per poi approdare a Palazzo d’Amico (Milazzo) domenica 29 dicembre alle ore 20.
GLI SPETTACOLI:
“Luigi che sempre ti penza”, piccole cronache di un emigrante (di e con Gigi Borruso, fantocci ed elementi di scena Elisabetta Giacone). Si tratta della pièce di Gigi Borruso forse più rappresentata dal 2007 a oggi. Fra realtà storica e fantasia, rievoca l’esperienza di un contadino siciliano emigrato in Germania negli anni ‘60. Le sue vicende e i suoi pensieri sono il frutto di testimonianze raccolte dall’autore e delle suggestioni di un piccolo nucleo di lettere di emigranti tratte da Entromondo di Antonio Castelli, essiccata e vibrante ricostruzione di lingua e di umori contadini in via d’estinzione. Luigi è un Gastarbaiter, un “lavoratore ospite”. Questa definizione divenne in Germania, fra gli anni ‘60 e ‘70, sinonimo di immigrato italiano e pian piano assunse lo stesso valore dispregiativo che oggi da noi ha la parola extracomunitario. Gastarbaiter, Italiano. Forse così riconosciuto per ricordargli la sua precarietà. Ma Luigi è un personaggio fantastico, intreccia storie diverse, in modo libero, parla del suo e del nostro tempo. Lo spettacolo nella forma de “Il racconto” viene proposto in una chiave narrativa, in cui l’attore alterna alla recitazione momenti colloquiali con il pubblico, narrando le vicende della creazione del testo e delle fonti, letterarie e umane, che lo hanno ispirato. Scrive l’autore in una nota: “Ho immaginato lo sguardo di quest’uomo, la percezione di sé in terra straniera. L’ho immaginato nella baracca del cantiere in Germania, intento a rimembrare a voce alta i sogni della notte trascorsa, a scrivere alla sua famiglia, impegnato inconsapevolmente a definire un’identità messa in crisi dalla paradossale condizione che vive ogni emigrante. Da alcuni anni lavoro a un teatro che tenta di coniugare la consapevolezza etica con lo stupore fantastico e mitico. Accostandomi a un tema di attualità, per certi versi abusato, come quello dei migranti, ho lavorato ad una dimensione quasi fiabesca. Provando a ricreare un linguaggio, quale quello suggerito dalle lettere dei nostri emigranti, asciutto e straniato. Luigi parla una lingua che racconta di un’altra estraneità, di un altro esilio. Sospesa fra il siciliano contadino, la lingua italiana e il tedesco: fra la lingua della terra, della famiglia e quella dei media, dell’autorità, del lavoro. Chissà che la fragilità della sua lingua non apra nuovi piani di senso. Luigi è desiderio di riscatto, nuovo sguardo sul mondo. Luigi gioca con il teatro, tenta di far luce sulla sua e sulla nostra esistenza. Il suo cammino in sette movimenti è pensato come progressivo svelamento interiore. Ci racconta dell’infinita migrazione di ogni uomo all’interno del suo animo, della sopravvivenza della speranza nella più struggente coscienza della perdita”.
“Le dodici notti magiche”. Due voci narranti, Elio Crifò e Cinzia Maccagnano, con i maestri Fabio Sodano e Antonio Putzu, compiranno uno straordinario viaggio nel tempo. Dai Saturnalia alla notte di Natale, tra religioni, storia e tradizioni, si snoccioleranno storie e vicende antiche e avvincenti.
La linea narrativa sviluppata per l’occasione da Elio Crifò e Anna Ricciardi sarà speculare alla linea musicale realizzata dai maestri flautisti, nell’intento di ricreare flashback emozionanti grazie anche all’utilizzo di brani del repertorio trecentesco e seicentesco. Particolare attenzione è stata posta ad alcuni fatti storici che coinvolgono due donne: Claudia Valeria Procura (moglie di Ponzio Pilato) e Adelasia “Comitissa” (consorte di Ruggero Primo, padre del primo re di Sicilia). Il tutto affonda in coincidenze misteriose, intrighi di Papi e di Re, sullo sfondo del dodicesimo secolo, mentre la moglie di Ponzio Pilato diventerà testimone del Prodigio e nel corso della storia ritroverà nuovamente il Re dei Re.