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Perché il caffè al bar costerà sempre di più

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Anche il prezzo del caffè, tra i prodotti più amati dagli italiani, nell’ultimo anno è stato interessato da notevoli aumenti che nei prossimi mesi rischiano di spingere verso i 2 euro la tazzina al bar. A dirlo è Assoutenti, che ha commentato l’allarme lanciato nei giorni scorsi dai produttori.
Come analizzato dall’associazione di consumatori, le quotazioni del caffè robusta hanno sfiorato negli ultimi giorni i 4.600 dollari la tonnellata, un aumento del 79% rispetto allo stesso periodo del 2023. Il trend, in costante cresciuta, rischia di avere effetti diretti sulle tasche dei consumatori.
Il caffè espresso ha già subito continui rincari dei listini, al punto che oggi, in base all’ ultimo monitoraggio svolto da Assoutenti, il prezzo medio di una tazzina consumata al bar è aumentato rispetto agli anni passati: in alcune città i listini raggiungono già 1,50 euro a espresso. Fanpage.it ne ha parlato con il presidente di Assoutenti, Gabriele Melluso.
“Rispetto al 2021 il prezzo della tazzina di espresso è salito nelle principali città di circa il 16%. Questo aumento dipende dal rialzo della materia prima caffè, come conseguenza del drastico calo della produzione dovuto a condizioni climatiche negative.
Queste hanno purtroppo danneggiato le coltivazioni nei paesi produttori, cui fa da contraltare una domanda di caffè stabile da parte dei consumatori.
Ci siamo basati sui dati diffusi dall’Osservatorio prezzi del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit).
Il consumatore dovrebbe boicottare i bar che applicano prezzi troppo alti e, in caso di ulteriori rincari, tornare alla classica moka con il caffè realizzato in casa, sicuramente più economico rispetto all’espresso al bar. Anche chiedere, in maniera provocatoria, mezzo caffè in una tazzina per pagare meno.
Purtroppo, in un mercato libero i prezzi vengono definiti dall’incontro tra domanda e offerta, quindi su tale bene le istituzioni non possono intervenire con misure di calmieramento. Il consumatore responsabile e critico farà le sue scelte, grazie alla corretta informazione degli esercizi commerciali”.
Al momento, tra i prodotti più rincarati, troviamo anche burro e olio d’oliva, cacao e cioccolato, ma anche vegetali freschi, come pomodori e insalata.