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Barcellona, alla guida ubriaco investì e uccise un 42enne: rigettata la richiesta di patteggiamento

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Rigettata dal giudice dell’udienza preliminare Antonino Orifici, la richiesta di patteggiamento che era stata presentata, a seguito del decreto di giudizio immediato – ordinato su istanza della Procura – nei confronti dell’automobilista Antonino “Antonello” Biondo, 49 anni, di Barcellona, imputato per omicidio stradale. All’uomo si contesta di aver cagionato, la sera dello scorso 9 luglio, la morte del metalmeccanico di 42 anni Davide Salvatore Cutrupia, di Barcellona, dipendente dell’Acciaieria di Milazzo, il quale ha lasciato due figli in tenera età e la moglie in attesa del terzo figlio.
Nello specifico all’imputato, si contesta il reato di omicidio stradale aggravato, perché – secondo l’accusa – per negligenza, imprudenza, imperizia, nonché per colpa specifica, consistita nell’essersi posto alla guida della sua “Fiat Panda” in stato di ebrezza con tasso alcolemico pari a 1,5 grammi/litro in violazione dell’art. 186 comma 2 lettera B, del Codice della strada, avrebbe percorso con la sua vettura via Milite Ignoto con direzione monte-mare a una velocità di 85 Km/h superiore al limite consentito, e – sempre secondo l’accusa – avrebbe invaso, mentre era in corsa, la corsia opposta impattando contro la “Vespa Piaggio” condotta da Davide Salvatore Cutrupia, il quale percorreva la medesima via in direzione opposta, e ne avrebbe così causato la morte. Nell’udienza camerale di ieri, il giudice Antonino Orifici, ha esaminato la proposta di applicazione della pena che la difesa dell’imputato aveva concordato, con il parere positivo del pm, in 2 anni e 3 mesi di reclusione. Una pena che avrebbe comportato, alla dichiarazione di irrevocabilità in sede di esecuzione, di scontare la misura alternativa alla detenzione – verosimilmente un affidamento in prova ai servizi sociali – per la parte residua, detratto il periodo di pre sofferto in quanto, a seguito del tragico incidente, l’uomo è ancora sottoposto agli arresti domiciliari.