Anche nello scenario di natalità più favorevole ci sarà “un’amplificazione dello squilibrio tra nuove e vecchie generazioni” che comporterà “un impatto importante” sulle politiche di protezione sociale.
Lo rileva l’Istat nell’audizione alle commissioni Bilancio di Camera e Senato sul Piano Strutturale di bilancio.
“Anche negli scenari di natalità e mortalità più favorevoli il numero di nascite non potrà comunque compensare quello dei decessi” ha sottolineato il presidente dell’Istituto Francesco Maria Chelli “e i flussi migratori attesi non controbilancerebbero il segno negativo della dinamica naturale”.
“Le prospettive future comportano un’amplificazione dello squilibrio tra nuove e vecchie generazioni – ha aggiunto – che appare guidato più dall’attuale articolazione per età della popolazione che dai cambiamenti demografici ipotizzati (evoluzione di fecondità, mortalità e dinamiche migratorie): la proporzione è, all’incirca, di due terzi e un terzo rispettivamente”.
Nel 2031 le persone di 65 anni e più potrebbero rappresentare il 27,7% del totale secondo lo scenario mediano (dal 24,4% del 2023 e fino al 34,5% nel 2050) secondo l’Istat quindi “l’impatto sulle politiche di protezione sociale sarà quindi importante, dovendo fronteggiare i fabbisogni di una quota crescente (e più longeva) di anziani”.