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La Uil attacca Schifani sulla sanita’ siciliana

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“Con l’affidamento di alcune attività specialistiche degli ospedali di Sant’Agata di Militello e di Mistretta a seguito della convenzione recentemente stipulata tra l’Asp di Messina e la Fondazione Giglio, si sta realizzando il nefasto disegno del Presidente della regione Schifani che punta alla privatizzazione della sanità pubblica siciliana. Questa scellerata scelta, fortemente disegnata e voluta da “menti raffinatissime”, taglierà ingenti risorse al servizio sanitario regionale per dirottarle verso la sanità privata. Tutto ciò sta avvenendo con l’unanime ed assordante silenzio di tutta la politica regionale che tace senza pudore. Al netto della nostra ferma opposizione riguardo una procedura che evidenzia il disegno di smantellare la già disastrata sanità pubblica, ci chiediamo quanto sarà, in tutta questa operazione “finanziaria”, il guadagno della Fondazione Giglio? Infatti, appare inspiegabile che inizialmente, con la prima convenzione, la Fondazione Giglio percepiva il 95% delle tariffe per ogni singola prestazione sanitaria e, successivamente, dopo le aspre battaglie portate avanti dalla Uil, tale appannaggio si è ridotto prima al 90% e successivamente al 70% o al massimo al 75%, qualora le prestazioni dovessero utilizzare le protesi. Pertanto, a nostro avviso, la convenzione stipulata tra l’Asp di Messina e la Fondazione Giglio dovrà essere attenzionata dalla Corte dei conti alla quale invieremo un dettagliato esposto-denuncia” lo hanno dichiarato Ivan Tripodi, segretario generale Uil Messina, Livio Andronico, segretario generale Uil Fpl Messina, e Giuseppe Calapai, segretario generale Uil Pensionati.
“La fotografia che esce da questa brutta vicenda nei confronti della quale proseguiremo con la nostra ferma azione di lotta sindacale è la seguente: da un lato si arricchiscono i privati, mentre dall’altro lato si costringono i cittadini utenti a lunghe liste di attesa per l’assistenza specialistica e diagnostica, si chiudono i reparti fondamentali per la salute dei cittadini che, tra l’altro, sono previsti dalla rete ospedaliera. O ancora, non si aprono, per esempio, i pronto soccorso negli ospedali, nonostante i numerosi impegni formali pubblicamente assunti, oppure, a causa di una dissennata politica sanitaria regionale, gli ospedali della nostra provincia sono sguarniti di moltissimi medici e personale sanitario. Il quadro è decisamente fosco e fortemente preoccupante poiché l’odierno sfascio della sanità è soltanto l’antipasto di quanto accadrà nel momento in cui si dovesse tragicamente concretizzare la legge Calderoli o, per meglio dire, l’autonomia differenziata: E’ indispensabile proseguire in una forte battaglia di difesa della sanità pubblica al servizio della collettività“ hanno così concluso Ivan Tripodi, Livio Andronico e Giuseppe Calapai.