Home Attualita' Edilizia nel messinese: finiti i bonus calano gli occupati

Edilizia nel messinese: finiti i bonus calano gli occupati

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“Edilizia, dopo il boom prodotto dal 110% e dai tanti bonus, il settore sta subendo un costante riflusso e torna a decrescere. Il rischio di una nuova pesante crisi è dietro l’angolo: all’ombra di tanti miraggi e di mille proclami, per la la Uil e la Feneal Uil la priorità rimane l’occupazione, la legalità e la sicurezza sul lavoro; più di un cantiere su due è interessato da lavoro nero” hanno così esordito Ivan Tripodi, segretario generale della Uil Messina, e Pasquale De Vardo, segretario generale della Feneal Uil Tirrenica.
“Anche quest’anno, come da tradizione consolidata, la Uil Messina e la Feneal Uil Tirrenica Messina-Palermo, in prossimità del Ferragosto, diffondono la consueta analisi dettagliata dei dati relativi a quello che, da oltre un decennio, corrisponde al drammatico disfacimento del settore dell’edilizia: un comparto che da sempre è stato volano e traino per l’intera economia della provincia di Messina. Fino al 2020, l’analisi dei numeri ha fatto sostanzialmente tremare i polsi poiché a causa dell’inadeguatezza politico-amministrativa e dell’incapacità progettuale delle classi dirigenti e politiche ad ogni livello, l’edilizia, da settore strategico e trainante, è stato ridotto a comparto assolutamente marginale. Il post pandemia con l’introduzione del 110% e dei bonus edilizi finalizzati, anche, alla rigenerazione urbana, ha creato una macroscopica “bolla economica”: sicuramente tanti sciacalli hanno speculato in maniera selvaggia, ma il settore dell’edilizia aveva ripreso fiato seppur nella piena consapevolezza che si trattava di una fase spot e senza alcuna prospettiva strutturale finalizzata a dare lungo respiro all’economia e al lavoro” hanno continuato i due sindacalisti della Uil.
“Esplosa la bolla, auspicavamo, anche grazie ai fondi del Pnrr, una continuità della ripresa dell’edilizia e del rilancio occupazionale e socio-economico di Messina. Come detto, i dati fino all’avvento della pandemia erano terrificanti. Il 2020 ha mostrato numeri agghiaccianti; successivamente, nel 2021, con l’avvio dei bonus, dopo oltre 10 anni di crisi profonda appesantita dalla pandemia planetaria, i dati negativi del settore edile hanno invertito una tendenza che oggi è in pieno riflusso. Alcuni numeri esemplificativi:
1. nel giro di 10 anni i lavoratori edili occupati sono passati dal dato più basso di 6283 unità del 2018 a quello più alto di 9903 del 2022, per poi tornare adesso a scendere nuovamente a 8286 del primo semestre 2024;
2. le imprese edili attive che rappresentano il tessuto socio/economico del nostro territorio si sono pesantemente ridotte, passando dalle 2.165 del 2015 alle 1.829 del primo semestre 2024;
3. l’unico dato che non inverte il trend negativo è quello relativo alla indecente piaga del lavoro nero che è vertiginosamente aumentato di oltre il 40%: i lavoratori in nero oggi presenti in un cantiere sono mediamente intorno al 70% della forza/lavoro, che, considerando la mancata regolazione contributiva degli stessi o le forme elusive come il dumping contrattuale, rappresenta un vergognoso dramma sociale che non può restare impunito poiché è strettamente connesso con il tema della sicurezza sul lavoro caratterizzato dall’elenco di innocenti lavoratori che, anche a Messina, sono usciti da casa per lavorare e sono rientrati dentro una bara” hanno proseguito Tripodi e De Vardo.
“In questo quadro è indispensabile un sensibile rafforzamento dell’Ispettorato del lavoro di Messina poiché con gli attuali numeri del personale non è assolutamente messo in condizione di poter dare una risposta tangibile sul tema della repressione al fenomeno del lavoro nero che è una piaga sociale di dimensioni paurose. Al netto degli annunci e delle chiacchere, il Pnrr, occasione unica ed irripetibile, non sta producendo la tanto strombazzata trasformazione, anche economica e occupazionale, riguardo le opere pubbliche. Infatti, sono stati finanziati pochi progetti che si caratterizzano, tra l’altro, per la mancanza di visione e di prospettiva poiché, nel migliore dei casi, si tratta di idee progettuali vecchie e stantie, presenti da tempo nei cassetti delle scrivanie degli uffici tecnici. In tal senso, si deve sempre mantenere altissima la guardia e l’attenzione, attraverso il coinvolgimento di tutte le Autorità preposte, rispetto ai rischi, sempre presenti, di infiltrazione da parte delle organizzazioni mafiose. Le risorse ci sono, ma mancano i progetti esecutivi e quindi gli appalti. Allo stato a Messina l’unica importante opera pubblica appaltata e cantierizzata da oltre sei anni, il cui attuale importo complessivo stanziato è di circa 113 milioni di euro, è il porto di Tremestieri che, dopo il giusto recentissimo commissariamento deciso dal Parlamento nazionale, rappresenta la certificazione di un enorme fallimento politico ed amministrativo. Da troppi anni Messina attende il porto di Tremestieri e, ad oggi, abbiamo assistito solamente a vuoti proclami nel mentre i lavori sono fermi e di occupazione non si vede neanche l’ombra. Auspichiamo che il Commissario straordinario sovverta lo status quo che, nei fatti, è un monumento all’inconcludenza e all’inadeguatezza politica e amministrativa. Vi sono ritardi assurdi ed incomprensibili, si perderanno ingenti risorse senza avere programmato nulla riguardo il rischio sismico e il dissesto idrogeologico, l’edilizia scolastica e la riqualificazione delle periferie, per non parlare dell’assoluta mancanza di progetti riguardo la questione dell’edilizia sanitaria caratterizzata dagli odierni presidi ospedalieri decadenti e ai limiti dell’agibilità. Un quadro, pertanto, desolante e preoccupante che, oggi, per il comparto dell’edilizia si traduce in una oggettiva prospettiva di difficoltà e di nuova crisi che già provoca l’emigrazione dei nostri giovani, e non solo, in cerca di occupazione e di prospettive future. I numeri del nostro report sono inequivocabili e sono un pesantissimo atto d’accusa nei confronti di una classe dirigente e di governo che non è all’altezza della sfida odierna e il cui bilancio è decisamente fallimentare. Noi non ci fermeremo e proseguiremo senza sosta la battaglia per il lavoro e per la rinascita economico-sociale di Messina e della sua provincia che ripartire dal settore dell’edilizia” hanno così concluso Ivan Tripodi, segretario generale della Uil Messina, e Pasquale De Vardo, segretario generale della Feneal Uil Tirrenica.