L’Imu per una seconda casa, in una città capoluogo, costerà quest’anno in media 1.022 euro, con punte di oltre duemila euro nelle grandi città. E domani scade il pagamento della prima rata. Per l’abitazione principale considerata di lusso il costo dell’imposta patrimoniale si pagheranno in media 2.531 euro, mentre per le relative pertinenze 99 euro. A scattare la fotografia di una delle principali tasse immobiliari in Italia è il Servizio politiche economiche, fiscali e previdenziali della Uil, in vista della scadenza per il versamento dell’acconto Imu per il 2024, fissata per il 17 giugno.
L’analisi dei costi contenuta nel Rapporto Imu 2024 evidenzia significative variazioni tra le diverse città italiane, ma anche «una notevole disparità» tra le diverse zone del Paese. Se nel Nord Ovest il costo medio annuo dell’Imu è di 1.027 euro e nel Nord Est di 1.060 euro, nel Centro Italia sale a 1.144 euro, mentre nel Sud e nelle Isole i costi medi dell’Imu sono “significativamente inferiori», pari rispettivamente a 982 euro e 829 euro. Una differenza, quella tra Nord e Sud, si evidenzia, “indicativa del diverso valore degli immobili nelle varie aree del paese».
Per quanto riguarda in particolare l’Imu per le seconde case, a fronte di un costo medio di 1.022 euro (di cui 511 per l’acconto di giugno), tra le città più care Roma si posiziona al primo posto con un valore medio annuo di 2.135 euro, seguita da Siena (1.937 euro) e Padova (1.770). La classifica delle città meno care è invece guidata da Catanzaro (509 euro), seguita da Messina (519 euro) e Caltanisetta (549 euro). Guardando invece alle abitazioni principali di lusso, a fronte di un costo medio di 2.531 euro (di cui 1.266 euro per l’acconto di giugno), la città più cara per costo dell’Imu è Grosseto (6.828 euro), seguita da Milano (5.966 euro) e Roma (5.774); le meno care sono Cremona (967 euro), Messina (1.018 euro) e Ragusa (1.083 euro). Nella classifica dell’Imu sulle pertinenze delle abitazioni principali di lusso al top ci sono Napoli, Agrigento e Ancona; le città meno care sono Trento, Belluno e Sondrio.
«Il nostro rapporto sull’Imu mette in luce la necessità urgente di una riforma strutturale del catasto per garantire una tassazione più equa sugli immobili in Italia», afferma la segretaria confederale della Uil Vera Buonomo. «Questa riforma, spesso annunciata ma mai attuata, è fondamentale per correggere gli squilibri attuali», aggiunge, indicando la necessità di una riforma «realizzata con attenzione, assicurando che non si traduca in un aumento del carico fiscale complessivo generalizzato, ma piuttosto sia finalizzata a una redistribuzione più giusta delle imposte sugli immobili».