Capo d’Orlando sogna l’oro paraolimpico con Esteban Farias, canoista italiano di origine argentina che ha vinto nove medaglie a livello senior tra Campionati del mondo e Campionati europei e che fino all’eta’ di 20 anni ha vissuto dalle nostre parti con i suoi genitori e qui è stato premiato dall’amministrazione che ne vorrebbe fare l’ambasciatore orlandino nel mondo.
La storia sportiva degli ultimi anni del campione di paracanoa della Bissolati Esteban Farias è costellata di alti e bassi, caratterizzata da momenti di gioia legati ai successi ma anche di sconforto per una serie incredibile di episodi sfortunati e infortuni. Saltata suo malgrado le Olimpiadi di Rio a causa di alcuni problemi burocratici, nel 2019 Farias guadagna il pass per le Olimpiadi di Tokyo dove è pronto a presentarsi tra i favoriti per la medaglia d’oro, ma la pandemia Covid 2020 fa slittare i Giochi al 2021. Nel frattempo esce alla ribalta un nuovo protagonista della specialità KL1 200, l’ungherese Peter Kiss, ma soprattutto a un mese dall’appuntamento di Tokyo un brutto infortunio esclude Farias, costretto alle cure in ospedale. L’italo argentino trascorre oltre sei mesi tra operazioni e degenza prima di riprende ad allenarsi ottenendo ottimi risultati in canoa. Un’incomprensione con la federazione gli nega la possibilità di partecipare ai Mondiali 2022, ma agli Europei è subito protagonista conquistando uno splendido argento. La stagione 2023 si interrompe nuovamente a maggio per infortunio. L’italo argentino spera di rientrare nel giro di un paio di mesi ma a settembre è necessario un nuovo ricovero per un altro intervento chirurgico che compromette la partecipazione alla qualificazione olimpica. Ma Farias, però, voleva a tutti i costi Parigi 2024 ed ha staccato il pass per i 200 metri lo scorso 4 maggio a Szeged a soli quattro mesi da un infortunio che di solito richiede più di un anno.
Esteban Farias il “leone” della Bissolati, è un lottatore indomito che non si arrende mai.
«In questi mesi — racconta Esteban Farias — tra inattività, infortuni, operazioni, degenze in ospedale più volte ho creduto di mollare. Ma poi ho pensato di superare anche questa ennesima prova, lo devo a me, come atleta e soprattutto come uomo, e anche alle persone che mi stanno vicino. Non posso abbandonare senza aver fatto tutto il possibile. Il sogno olimpico per fortuna continua ed è qualcosa di straordinario. Porto Capo d’Orlando nel cuore qui torno con piacere per ritrovare tanti amici e tanto calore”.