Home Sport Scuola Calcio San Benedetto ed Estrela Catania si eliminano dal Trofeo delle...

Scuola Calcio San Benedetto ed Estrela Catania si eliminano dal Trofeo delle Province

392

Si chiude in anticipo il Trofeo delle Province per Scuola Calcio San Benedetto ed Estrela Catania dopo la gara di domenica scorsa sospesa per rissa, sul risultato di 1-0, al 38’ del secondo tempo.
Il giudice sportivo, esaminato il referto arbitrale, ha constatato che “a seguito dell’espulsione del calciatore Teodoro Salvatore Caranna (Scuola Calcio San Benedetto), l’allenatore della società Estrela Catania, Marcello Calcaterra, si avvicinava agli avversari assumendo una condotta gravemente antisportiva dalla quale scaturiva una rissa tra numerosi tesserati di entrambe le società. Tra questi l’arbitro individuava i calciatori della società Estrela Catania, Longo Luigi, Compagnino Francesco, Santangelo Alessio Paolo, Ofria Salvatore Carlo, Nauta Giuseppe Salvatore e Platania Salvatore e i calciatori della società Scuola Calcio San Benedetto, Genovese Claudio, Margo Angelo e Ciravolo Antonio”.

Situazione che, aggravata anche dall’ingresso di diversi sostenitori locali, ha costretto l’arbitro a decretare la fine anticipata del match e il successivo intervento delle Forze dell’ordine e così il giudice sportivo ha sanzionato le due società con la sconfitta per 3-0, l’ammenda di 300 euro e l’esclusione dalla competizione.
Per quanto riguarda i tesserati, invece, il tecnico etneo Calcaterra è stato squalificato fino al 31 ottobre, mentre 5 giornate di squalifica a Compagnino, Longo, Ofria, Platania e Santangelo dell’Estrela e a Ciraolo e Genovese del San Benedetto. Tre turni di stop a Nauta (Estrela) e Margò (San Benedetto), due a Caranna (San Benedetto) e uno a Cassata (Estrela).

Finisce così la stagione delle due squadre, ma la Scuola Calcio San Benedetto, pur prendendo atto dei provvedimenti, ha voluto chiarire la propria posizione con un comunicato ufficiale: “Parliamo solo adesso perché la rabbia e la delusione ci hanno lasciato senza parole. Un giorno di sport si è trasformato in un incubo. Quanto letto riguardo gli avvenimenti non è assolutamente la realtà. Siamo stati minacciati dall’inizio della partita fino al putiferio scatenato prima del termine della gara. Abbiamo in tutti i modi cercato di mantenere un clima sereno ma non ci è stato mai consentito. La partita è stata sospesa perché abbiamo ripetutamente richiesto all’arbitro di farlo, nonostante il vantaggio di 1-0. Una squadra intera minacciata già dal quinto minuto. Hanno continuamente ribadito di non presentarci alla gara di ritorno e cercato lo scontro fisico dopo ogni contatto di gioco, venendo subito alle mani. Non ci era permesso commettere un semplice fallo che subito scattava la rissa. Alcuni giocatori sono stati presi a calci e pugni mentre erano a terra inermi. Nel calcio le scaramucce, le liti ci sono sempre state e ci saranno ma tutto questo va oltre ogni limite. È stato un massacro e noi non abbiamo più parole per descrivere la violenza subita.
Ricordiamo inoltre che le forze dell’ordine hanno svolto regolarmente il loro lavoro dopo la nostra chiamata e che non hanno favorito nessuna delle due squadre visto che sono intervenute quando già le due compagini si trovavano nei rispettivi spogliatoi. Noi non abbiamo avuto bisogno di giustificazioni, nè di scrivere discorsoni dopo mezz’ora dal termine della partita per coprire quanto possibile, perché le giustificazioni stanno in chi ha commesso qualcosa che non andava fatto e di certo noi non rientriamo in questa categoria. Quello che è successo è davanti agli occhi di tutti ed è vergognoso che ancora oggi si vedano scene del genere. L’Asc San Benedetto ha dato valore alla “sportività” fin dall’inizio del campionato e ci siamo distinti sempre cercando di avvicinare più persone possibili a quello che è lo sport più bello del mondo. Durante il corso dell’anno sportivo abbiamo organizzato eventi solidali con squadre di altre province, ospedali oncologici e ragazzi fantastici che ci hanno fatto capire ancor di più il valore della vita. Il nostro progetto è sempre stato quello di far crescere bene i ragazzi più giovani e di inculcare in loro i veri valori dello sport. Ripetiamo ancora una volta che la violenza non ha nulla a che fare con noi. Ci dissociamo totalmente. Siamo una grande famiglia e continueremo ad esserlo più di prima”.
“Quella che doveva essere una domenica di calcio si è trasformata in una mega rissa a 10 minuti dal termine, dove ci vedeva sotto per un a zero con un uomo in meno – scrive il club etneo.
Dal primo minuto di gioco l’atmosfera della gara era alta da parte dei locali, dove sin da subito hanno mostrato un “eroneo” nervosismo, a 10 minuti dal termine dopo una gara dove abbiamo subito calci, pugni, sudditanza psicologica da parte del direttore di gara dopo aver convalidato il gol dei locali, poco dopo annulla il gol dei locali, per poi rifarlo dopo che la squadra locale “minacciava di lasciare il campo”. Partita che diventa un campo di ring dopo l’ennesimo fallo per rompere le caviglie ai nostri giocatori a gioco fermo, degenera per le nostre proteste e dove veniamo minacciati, fino all invasione di campo da parte di alcuni pseudo tifosi del posto che con aste e quant altro “video compresi” ci aggrediscono , e nasce un tutti contro tutti. L arbitro fischia la fine della gara dopo l intervento delle forze dell ordine per riportare l ordine. Chiediamo il sostegno da parte della nostra delegazione FIGC LND DI CATANIA , dove in una stagione ci ha visto vincitori della coppa disciplina e siamo stati trattati come pezze a 220 km lontano da casa.
La società Estrela si dissocia da atti di violenza mai avvenuti in 5 anni di esistenza, e dove quest oggi siamo stati portati al macello contro tutto e tutti da parte di chi doveva tutelarci.
Il calcio non è questo.
Qualsiasi cosa verrà fuori dal giudice sportivo nel comunicato, siamo stati maltrattati dalle autorità compotenti. E dalla delegazione di appartenenza , dove ci aspettavamo quanto meno una tutela delle forze dell'”ordine sin dall inizio della gara”.