Milioni e milioni di metri quadri di zone degradate o abbandonate nelle città metropolitane come nelle aree interne, decine di ex opifici industriali, stazioni e plessi pubblici dismessi, complessi di edilizia popolare da risanare: la Sicilia da anni ha raccolto la sfida della rigenerazione urbana per ripopolare queste porzioni di territorio e renderle vivibili, ambientalmente sostenibili, dotate di servizi innovativi, sicure, luoghi di istruzione, formazione, produzione, cultura e integrazione sociale. E lo ha già fatto in decine di casi, spesso grazie alla collaborazione fra amministrazioni comunali e privati: ben sedici di questi progetti, realizzati o avviati, saranno presentati mercoledì prossimo, 15 maggio, alle ore 10, al Castello Maniace di Siracusa, in occasione della seconda tappa, totalmente dedicata alla Sicilia, dell’evento nazionale “Città in scena, Festival diffuso della rigenerazione urbana”, organizzato da Ance nazionale, Associazione Mecenate 90, Cidac e Fondazione Musica per Roma, con il patrocinio di In/Arch, in collaborazione con Ance Sicilia, Ance Siracusa e Comune di Siracusa, la co-organizzazione dell’Ordine degli Architetti, pianificatori, paesaggisti conservatori della Provincia di Siracusa, dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Siracusa, del Collegio provinciale dei Geometri e Geometri laureati di Siracusa e con il patrocinio della Soprintendenza per i Beni culturali e ambientali di Siracusa. Parteciperà la presidente nazionale dell’Ance, Federica Brancaccio.
In questa occasione, l’obiettivo di Ance Sicilia è quello di promuovere, attraverso varie proposte anche normative, lo sviluppo del settore. Infatti, c’è ancora tanto da fare, in Sicilia come nel Paese. E ci sono i fondi per tutta Italia. Oltre alle risorse recentemente stanziate da Mef, Bei e Fondo complementare per circa 400 milioni, il “Pnrr” ha dato una forte spinta a questa strategia nazionale finanziando ben 2,8 miliardi per recuperare circa 20mila alloggi tramite i “Pinqua” e i Piani urbani integrati, compresi 9 progetti nell’Isola per realizzare in aree da riqualificare 1.004 unità abitative su un milione di metri quadrati, con una spesa di 214 milioni di euro.
Inoltre, la rigenerazione urbana produce altri due effetti positivi: il presidente della Svimez, Adriano Giannola, nell’intervento a Roma dello scorso 7 maggio su questo tema, ha evidenziato che “le città meridionali nel primo decennio del XXI secolo hanno perso il 3,3% della popolazione. La rigenerazione urbana, coniugando strategie integrate e misure volte alla riqualificazione edilizia ed ambientale del tessuto sociale e produttivo e al perseguimento di un sistema urbano più vivibile e inclusivo delle città del Sud, diventa anche una soluzione al problema dello spopolamento e dell’emergenza abitativa”.
Temi che in Sicilia sono molto sentiti. Infatti, i sindacati degli inquilini calcolano che vi siano oltre 40 mila famiglie in disagio abitativo, a fronte del numero di alloggi vuoti (uno su tre, secondo Openpolis), una parte dei quali potrebbe essere recuperata con la rigenerazione urbana.
“In Sicilia”, ha spiegato Santo Cutrone, presidente di Ance Sicilia, “bisogna favorire gli investimenti che consentono di recuperare il patrimonio edilizio esistente senza sprecare altro suolo. Si sono rivelati particolarmente efficaci quelli realizzati attorno agli scali portuali, come dimostra il caso simbolo della riqualificazione dell’area del molo trapezoidale al porto di Palermo, perché riescono a trascinare gli investimenti sulla rinascita dei rioni adiacenti. Però, per favorire questa strategia”, ha puntualizzato Cutrone, “amministrazioni pubbliche ed investitori privati hanno bisogno di un quadro normativo univoco, chiaro e semplificato. Auspichiamo che al più presto se ne occupi il Consiglio dei ministri e che in Parlamento si trovi una sintesi fra i 7 disegni di legge presentati. E a Siracusa chiederemo anche all’assessora regionale all’Ambiente, Elena Pagana, di superare la frammentazione e l’irrilevanza sostanziale delle norme contenute nelle leggi numero 13 del 2015 e 19 del 2020”.
Di mattina saranno presentati i progetti, realizzati o avviati, di rigenerazione urbana di Caltagirone (“quartiere Matrice e Sant’Agostino”), Catania (“Parco di Sant’Agata Li Battiati e Tremiestieri Etneo” presentato dall’ing. Augusto Ortoleva, “Magma di Librino” della fondazione Antonio Presti e “Area Salinelle dei Cappuccini”), Enna (“periferia Est di Enna bassa”), Marsala (“parco della Salinella”), Messina (“Città del ragazzo” e “risanamento della baraccopoli”); nel pomeriggio sarà la volta di Palermo (“complesso ex area Lolli” presentato dall’arch. Sergio Catalano e dall’imprenditore ed ex vicepresidente nazionale Ance Fabio Sanfratello; e “riqualificazione del Molo trapezoidale del porto” presentato dal segretario generale dell’Autorità portuale della Sicilia occidentale, Luca Lupi), Ragusa (“ex scalo merci”), Siracusa (“sicurezza delle periferie e nuovo waterfront sbarcadero S.Lucia” presentato dal sindaco Francesco Italia, “nuove fabbriche Spero” presentato dall’ing. Gabriele Venusino, ed “ex albergo scuola” presentato dall’arch. Stefania Di Pietro, dirigente tecnico Iacp Siracusa), Vittoria (“lungomare riviera Lanterna a Scoglitti”), Trapani (“recupero del rione Cappuccinelli”).
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