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Situazione finanziaria del Comune di Milazzo, la relazione del sindaco Midili

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Nel corso della seduta straordinaria di Consiglio comunale, il sindaco Pippo Midili ha fatto una analisi a 360 gradi della situazione economico-finanziaria di palazzo dell’Aquila.
“Da troppo tempo – ha affermato il sindaco – sento bugie che non solo offendono il lavoro di questa Amministrazione ma mortificano anche la città. E la cosa grave è che queste ac-cuse vengano da ex amministratori che al Comune non hanno fatto bene visto che c’è stato un dissesto e in altri casi i costi sono lievitati in maniera assurda. Ma non mi faccio coin-volgere nelle polemiche e mi limito ai numeri. Iniziamo dalla liquidità di cassa.
Il Comune di Milazzo ha oggi disponibili 15 milioni di euro, non ha in questa legislatura mai fatto ricorso ad anticipazioni di tesoreria, né contratto prestiti o mutui o ancora utiliz-zando somme a destinazione vincolata. Tutte le opere pubbliche sono state realizzate con finanziamenti extrabilancio e per quel che concerne la manutenzione ordinaria invece i costi sono stati coperti dalle entrate comunali. Sul bilancio invece incide ogni anno una ra-ta di circa un milione di euro per pagare i mutui e i prestiti contratti tra il 2000 ed il 2010”.
PROCEDURA DISSESTO. Il primo cittadino poi nel sottolineare che “dal 2020 non è stato fatto alcun debito fuori bilancio” e che “il pagamento dei fornitori del comune avviene re-golarmente, nel rispetto dei tempi previsti dalla legge”, si sofferma anche sulle procedure di dissesto. “Dal report ricevuto dalla Commissione di liquidazione – prosegue – ho appre-so che si è proceduto all’esame delle istanze presentate nei termini e su 615, 143 hanno avuto il diniego, per 315 si è proceduto al pagamento dopo la transazione con i creditori, mentre per altre 154 non si è raggiunto l’accordo e sono stati accantonati circa 2 milioni e 200 mila euro. Restano ancora da verificare per chiudere questa pagina del dissesto altre istanze (circa 370) presentate fuori termine. Di queste mi è stato detto che 188 sono state chiuse come istruttoria, mentre l’altro 50 per cento va verificato, anche se in molti casi si tratta di richieste a quanto pare difficilmente accoglibili”. Secondo una stima, con circa 4 milioni di euro oggi si può chiudere tutto.
RISCOSSIONE. “Il mancato pagamento dei tributi si attesta complessivamente intorno al 35 per cento, facendo una media dei mancati introiti di Tari (elusione al 50 per cento), ser-vizio idrico (35 per cento) e Imu (10 per cento). Ma qui va precisato che non sono i singoli cittadini ad incidere ma i cosiddetti titolari di partita Iva. Ad esempio per la Tari su 8 mi-lioni, si scopre che su 4 milioni da riscuotere, 3 devono essere pagati dalle utenze non do-mestiche e solo uno dai cittadini. Purtroppo si pagano ritardi nella bollettazione e nella trasmissione degli avvisi di pagamento. Questa Amministrazione ha cercato di recuperare qualche annualità ma è chiaro che non può tartassare gli utenti per riparare i danni fatti da altri”.
L’ultimo passaggio riguarda la pressione fiscale. “Siamo stati accusati di averla portata ai massimi livelli. Basta leggere i numeri per dire che nel 2020 erano di 886 euro a cittadino e ora è scesa a 666. Inoltre anche le spese correnti sono passate da 34 milioni di euro del 2020 a 30 milioni del 2022, con la spesa del personale che è scesa al 24 per cento, rispetto ai tempi in cui si viaggiava tra il 40 ed il 50 per cento. E ciò nonostante ben 36 assunzioni fatte nell’ultimo triennio. Se poi guardiamo al servizio rifiuti, oggi il costo è di 8 milioni di euro all’anno con una percentuale di differenziata di oltre il 70 per cento; nel 2019 e nel 2020 era di ben 10 milioni di euro con la “differenziata” che non superava il 5 per cento.
Credo che i numeri valgano più di ogni dichiarazione per respingere quella che ormai può considerarsi solo come un maldestro tentativo di denigrazione di una Amministrazione che sta lavorando solo per restituire alla città di Milazzo il ruolo che merita. Insomma il solito metodo di cercare di bloccare tutto per non togliere porzioni di potere che che negli anni si sono consolidate”