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La Regione annuncia la riapertura delle Terme di Sciacca e Acireale e a Lipari esplode la protesta: «Dimenticata la struttura di San Calogero»

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La Regione Siciliana annuncia l’intento di riaprire le terme di Sciacca e Acireale e a Lipari scoppia la protesta: si chiede attenzione anche per le antiche terme di San Calogero dell’isola.
«Il rilancio delle terme di Sciacca e Acireale – ha dihiarato nei giorni scorsi il presidente della Regione, Renato Schifani – è sempre stato nell’agenda del mio governo. Proprio un anno fa, incontrando il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, avevamo convenuto sulla necessità di accelerare l’iter che porterà alla loro riapertura. Adesso, dando seguito a una mia precisa volontà, espressa in più occasioni, diamo ufficialmente il via a tutte le procedure necessarie per raggiungere l’obiettivo entro la fine di questa legislatura». Schifani lo scorso 5 marzo ha convocato un vertice a Palazzo d’Orléans (nella foto). Presenti anche l’assessore regionale all’Economia, Marco Falcone, i dirigenti dell’Ufficio speciale per la chiusura delle liquidazioni, Dora Piazza, del dipartimento regionale delle Finanze, Silvio Cuffaro, della Programmazione, Vincenzo Falgares, del Dipartimento regionale tecnico, Duilio Alongi, del dipartimento Pianificazione strategica, Salvatore Iacolino, il capo di gabinetto della Presidenza, Salvatore Sammartano e il commissario liquidatore delle Terme di Sciacca, Carlo Turriciano,
«Dovremo procedere – ha sottolineato Schifani – innanzitutto con una veloce due diligence che ci consenta di avere un quadro preciso degli investimenti necessari per gli interventi di ammodernamento e ristrutturazione dei due impianti. Poi individueremo le risorse, pensiamo, ad esempio, al Fondo per lo sviluppo e la coesione, e infine, attraverso un bando, individueremo i partner privati in grado di assicurare un piano industriale che generi un impatto economico e sociale positivo non solo nei territori in cui ricadono gli stabilimenti, ma in tutta la Sicilia. Il turismo termale, infatti, è un segmento in crescita che, incrociando gli altri tipi di offerta turistica, grazie anche al nostro clima, può contribuire a uno sviluppo significativo dell’intero settore».
Una prima stima verrà eseguita dal Dipartimento regionale tecnico. Entro maggio, inoltre, si dovrebbe concludere la fase di liquidazione delle due società, grazie allo stanziamento di 4,3 milioni di euro previsto dalla legge regionale 25 del 21 novembre 2023, che consente di estinguere i debiti erariali e passare così alla chiusura definitiva delle Spa. Si deciderà, in quella fase, se i privati verranno coinvolti già dall’inizio nel recupero delle strutture o solo in un secondo momento, per la gestione e il rilancio dei due siti termali.
Alle Eolie è subito protesta. «Qui – dicono gli isolani – abbiamo le terme di San Calogero chiuse da quasi 50 anni. Risalgono ai tempi dei Romani, come quelle di Bormio che tutto l’anno è invasa da turisti di qualità, e hanno la stessa stanza sudatoria. La nostra Tholos è del periodo Miceneo ed è la più antica del Mediterraneo». Daniela Giuffrè, presidente dell’associazione FuturEolie rincara la dose: «Ho saputo dell’ultima beffa contro gli eoliani. Quella di Schifani che fa delle concessioni e promette aperture solo alle terme di Sciacca e Acireale. Ma perché le nostre terme non sono nemmeno prese in considerazione dalla politica? Se ne dimenticano pure, neanche le nominano».
Le terme sono chiuse dal 1975. «Quando erano in funzione – racconta Daniela Giuffrè a Notiziarioeolie.it- la gente veniva ricoverata per fare le cure termali. Nel 1975 l’edificio ha spento le luci per ristrutturazione e, come succede spesso, non le ha più riaccese. Propongo un progetto che integri elementi di benessere, cultura e sostenibilità. Ma perché non presentare un bel progetto alla Regione e l’Unione Europea per farselo finanziare?».
A Lipari dicono che occorreva alzare la voce per ottenere attenzione. Dello stesso avviso è il Pd regionale. «Sarà un caso – ha detto il capogruppo Pd all’Ars Michele Catanzaro partecipando alla mobilitazione popolare promossa a Sciacca in occasione del nono anniversario della chiusura delle terme – ma il governo regionale si ricorda di essere proprietario degli stabilimenti termali di Sciacca ed Acireale e convoca tavoli tecnici proprio quando ci sono manifestazioni. Se per attirare l’attenzione del governo sulle tantissime emergenze siciliane bisogna scendere in piazza, lo faremo ogni giorno».