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Mafia dei Nebrodi: gli affari tra pascoli, droga e fondi Ue. Quella ditta calabrese costretta a pagare il pizzo a Natale e Pasqua…

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Ventuno custodie cautelari in carcere, due arresti domiciliari, 14 sospensioni di attività imprenditoriali. E’ questo il bilancio dell’operazione Nebrodi 2, attraverso cui è stato possibile ricostruire la «nuova» esistenza di un’associazione denominata «famiglia tortoriciana» composta dall’articolazione del gruppo dei «Bontempo Scavo» e del gruppo dei «Batanesi», finalizzata – mediante la forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo – alla commissione di una indeterminata serie di reati tra cui estorsioni e truffe aggravate ai danni dell’Unione Europea e dell’Agea, e al controllo in modo diretto o indiretto, di attività economico- imprenditoriali.

Scoperta anche un’associazione dedita alla coltivazione, all’acquisto, alla detenzione, alla cessione e al commercio al minuto di droga, attiva sul versante tirrenico della Provincia di Messina, tra Tortorici, Sinagra, Capo d’Orlando e Rocca di Capri Leone, promossa e organizzata da persone a vario titolo collegate alla famiglia mafiosa tortoriciana dei «Bontempo Scavo» e all’articolazione dei «Batanesi».

Inoltre sono state scoperte estorsioni ai danni di un’impresa calabrese impegnata nei lavori di realizzazione del metanodotto nel fiume tra i Comuni di Mistretta e Santo Stefano di Camastra che sarebbe stata costretta a consegnare 4.000 euro in occasione delle festività di Natale e Pasqua di ogni anno, a partire dal 2015 e fino al 2018, ed ai danni di privati per accaparrarsi terreni agricoli da destinare al pascolo. Le indagini hanno confermato che le frodi comunitarie continuano a rappresentare uno dei principali mezzi di finanziamento illecito delle organizzazioni mafiose, insieme a quelli tradizionali come estorsioni o traffico di sostanze stupefacenti, più appetibili perchè espongono gli autori a minori rischi.