Home Notizie regionali Ars, respinto ordine del giorno per la «salva ineleggibili»: tensione nella maggioranza...

Ars, respinto ordine del giorno per la «salva ineleggibili»: tensione nella maggioranza e bagarre in aula

136

Rinviata la seduta dell’Ars, che era stata sospesa solo per pochi minuti per la bagarre nella maggioranza dopo la scelta dei deputati di FdI di abbandonare i lavori in seguito alla bocciatura, da parte dell’aula, della richiesta del parlamentare Carlo Auteri (FdI) di invertire l’ordine dei lavori a sala d’Ercole per esaminare il disegno di legge cosiddetto salva-ineleggibili al posto della riforma delle Province.
I deputati di Fratelli d’Italia, gruppo più numeroso all’Assemblea siciliana con 13 deputati, hanno abbandonato l’aula parlamentare. Sulla richiesta di invertire l’ordine dei lavori la maggioranza di centrodestra si è spaccata, pochi minuti prima invece era rimasta compatta respingendo una pregiudiziale del Pd secondo cui la riforma delle Province con la reintroduzione del voto diretto – primo punto all’ordine del giorno della seduta di questo pomeriggio – sarebbe incostituzionale poiché la legge Delrio, con l’elezione di secondo livello, è ancora in vigore.
Dopo il voto con cui è stata respinta la proposta di Auteri, il presidente della commissione Affari istituzionali Ignazio Abbate (Dc) ha letto la relazione sulla riforma delle Province. Il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno intanto aveva lasciato la presidenza al suo vice Nuccio Di Paola (M5s), ma a quel punto i parlamentari di Fratelli d’Italia hanno abbandonato la seduta. In aula è scoppiata la bagarre. I lavori sono stati rinviati.
«I temi caldi sul tappeto all’Ars stanno letteralmente spaccando la maggioranza con il governo visibilmente allo sbando. Dopo mesi di litigi per dividersi le poltrone della sanità siciliana, i differenti interessi dei partiti che sostengono Schifani sono venuti oggi chiaramente allo scoperto nel corso della votazione per l’inversione dell’ordine del giorno che avrebbe portato a votare la cosiddetta salva ineleggibili, prima della legge sulle Province», lo ha detto il capogruppo del M5S all’Ars, Antonio De Luca.
«La situazione per la maggioranza è precipitata del tutto – ha aggiunto – dopo l’abbandono dell’aula da parte dei deputati di Fratelli d’Italia e la mia richiesta di votare per il rinvio in commissione il ddl sulle Province. A quel punto intuendo che sarebbero andati sotto hanno rinviato tutto a domani. Una cosa a questo punto è certa, il centrodestra siciliano è dilaniato e ormai non fa nulla per nasconderlo. Doverosa a questo punto una riflessione: se quando era quasi compatto, il governo non è riuscito a cavare un ragno dal buco, cosa riuscirà a fare prossimamente? Si mettano da parte i disegni di legge che non interessano ai siciliani e si proceda a esaminare testi di legge seri e utili per il lavoro, l’economia e la sanità siciliana».
«Il centrodestra è in frantumi. Sulla norma ‘salva-ineleggibili’, che abbiamo fatto arrivare in aula solo perché sapevamo che la maggioranza si sarebbe spaccata, si sono determinati due fronti, da un lato FdI e Mpa e dall’altro Fi, Dc e Lega. A questo punto la riforma delle Province penso non si farà, meglio bocciarla e andare avanti con altre riforme». Lo dice il vice presidente dell’Ars Nuccio Di Paola (M5s) a conclusione della seduta parlamentare di questo pomeriggio.
Arriva anche la reazione del Pd. «Non c’è alcun rispetto per il Parlamento più antico d’Europa – dice il segretario regionale, Anthony Barbagallo -. La norma salva ineleggibili è una vergogna, una norma porcheria, una proposta indecente che rappresenta un affronto intollerabile su cui non è possibile fare finta di nulla. Fratelli d’Italia, se ce ne fosse bisogno, ha gettato la maschera e dimostra quale idea abbia delle istituzioni che intende piegare a suo uso e consumo per conservare lo scranno in spregio della buona politica, del buon senso e dei siciliani».
«Il governo ha votato contro il partito di maggioranza del centrodestra, è stato incredibile vedere nell’aula dell’Assemblea sei assessori che si sono alzati in piedi per votare contro la proposta di Fratelli d’Italia di invertire l’ordine dei lavori parlamentari. C’era un impegno preciso preso per esaminare il disegno di legge d’interpretazione autentica (salva-ineleggibili): è stato disatteso». Questo è uno dei passaggi della riunione, durata circa tre ore, tra i deputati di FdI che si sono radunati nel gruppo parlamentare dopo avere abbandonato l’aula.
«Poco prima avevamo votato contro la pregiudiziale del Pd al ddl sulle Province allineandoci alla coalizione pur non essendo convinti sulla tempistica di questa riforma – è la riflessione di alcuni parlamentari meloniani – E invece alla votazione successiva i nostri alleati hanno votato contro la nostra proposta gettando all’aria gli accordi».
Senza un imminente chiarimento politico, dalla riunione di FdI trapela l’intenzione di votare, alla ripresa dei lavori parlamentari, a favore della richiesta fatta dal M5s di rinviare la riforma delle Province in commissione Affari istituzionali, significherebbe mandarla nelle sabbie mobili. La riforma è uno dei punti del programma del presidente della Regione Renato Schifani che ha convocato per domani (mercoledì 31 gennaio) i segretari dei partiti e i capigruppo della sua maggioranza. Un vertice per tentare di ricucire lo strappo.