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Carmelo Gasparo perde a tavolino e papa’ Salvatore non ci sta

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Nella foto di copertina sorride Carmelo Gasparo anche dopo aver perso in tre set nei quarti di finale dei Campionati Siciliani under 15 disputati nel maggio 2022 al Tennis Club Siracusa contro Ettore Rabbito, che, almeno secondo papa’ Salvatore, non avrebbe atteso anche oltre il tempo stabilito dal regolamento Fit facendo di tutto per giocarsela sul campo. Ieri, infatti, il portacolori del Circolo Tennis Green Club Modica avrebbe preferito la via facile della vittoria a tavolino che il solerte Giudice Arbitro del torneo Open alle Roccette di Catania, Giuseppe Caponnetto, gli ha assegnato senza giocare per colpa del ritardo che il povero Carmelo Gasparo, sempre accompagnato dal maestro papà Salvatore, ha accumulato anche a causa degli eterni lavori sulle disastrate autostrade siciliane, ridotte ad un colabrodo davanti all’inerzia dei nostri politici che ora, anziché renderle fruibili come in un paese civile, cercano la mangiatoia del Ponte, ma questa è un’altra storia.
Quella di tennis la racconta sui social un papà che da tale e da maestro ha sempre predicato bene e dunque ci metterà molto a metabolizzare quanto accaduto nel catanese in una semifinale purtroppo solo sulla carta.
“La partita è fissata alle 17 – spiega amaramente -. Chiamiamo il Circolo alle 16.50 avvertendoli che stiamo per arrivare e lo facciamo alle 17.24, causa incolonnamento in autostrada per lavori, in tempo per vedere Ettore Rabbito insieme alla famiglia correre verso l’auto, poiché volevano evitare a tutti i costi d’incontrarci. Non si lasciano parlare, il ragazzino dice di essersi preso la vittoria a tavolino.
Premesso che noi siamo in torto in base al regolamento (dopo 15 minuti di ritardo l’avversario ha il diritto di prendersi la partita).
Personalmente, nella qualità di genitore e maestro, dico sempre che l’obiettivo di giocare il torneo è quello di confrontarsi per migliorare, non certo di prendersi la vittoria senza giocare, ribadisco dopo aver avvisato il circolo.
Poi una semifinale di un torneo open, anche il prestigio per il circolo e coloro che volevano vedersi la partita.
Caspita il buon senso dov’è?
Sono sempre positivo in quello che penso e faccio, credo che la nostra società tenda sempre più a perdere il senso delle cose e dare priorità alla vittoria o alla sconfitta. Per un atleta il senso è giocare per migliorarsi, crescere di livello e da ogni punto di vista.
Altrimenti siamo falliti, come genitori, Maestri, come Circolo e noi come Società. Personalmente ricordo di aver fatto una finale al Circolo Tennis Venetico e l’avversario ha avvisato di tardare per problemi personali un’ora.
Il giudice mi disse puoi prenderti la partita, io risposi di voler rispettare il senso per cui mi sono iscritto cioè giocare, gli organizzatori del torneo, gli spettatori. L’obiettivo è giocare per migliorare, soprattutto da ragazzi.
Questo è il vero senso del gioco”.
Ovviamente noi siamo a disposizione per l’eventuale replica della famiglia Rabbito.