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Silenzio assordante attorno alle dimissioni del Rettore di Messina

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Un silenzio preoccupante e assordante. Tanta disinformazione e un diffuso menefreghismo. All’Università di Messina, tra gli studenti, a 48 ore dalle dimissioni dell’ormai ex rettore Salvatore Cuzzocrea, in pochi hanno scelto di prendere una posizione. E quasi nessuno ha voluto esporsi, tra i vari dipartimenti e le numerose facoltà, commentando la bufera, l’ennesima, che ha travolto l’Università di Messina. Oltre 2 milioni di euro di rimborsi che Cuzzocrea ha incassato tra il 2019 e il 2023. E ben 122.300 euro ricevuti dalla Divaga Srl, una società agricola di proprietà sua e della moglie e amministrata e rappresentata dalla madre: «Lo abbiamo saputo questa mattina, ma non c’è molto da dire. Già la vita universitaria è dura, non possiamo pensare anche a questo – ci dicono 3 studenti messinesi di Scienze dell’Informazione – Ah, un’altra cosa. Non scrivere il nostro nome, perché non vogliamo che qualcuno ci possa rendere la carriera complicata». E fa male che siano proprio gli aspiranti giornalisti a volersi nascondere: «La verità non ci fa paura – dicono – Ma non la conosciamo. Siamo poco informati». Altrettanto grave, dunque, che aspiranti giornalisti siano poco informati sui fatti di cronaca. Anche all’interno del Dipartimento di Scienze Chimiche, Biologiche, Farmaceutiche e Ambientali, intanto, il clima è surreale. Proprio lì, dove Cuzzocrea è docente di Farmacologia: «Non sappiamo nulla. Non abbiamo nulla da dire». Un coro diffuso. Il primo a scendere in campo è stato Damiano Di Giovanni, coordinatore dell’UDU di Messina: «Chiediamo chiarezza – ha detto – Il rettore ha inviato una lettera di dimissioni, con poche risposte, senza affrontare le criticità emerse. L’ennesima mancata risposta. Basti pensare, infatti, che non aveva risposto neanche alle richieste che erano state avanzate dalla nostra mobilitazione, con le tende, davanti al Rettorato». A dargli manforte, la giovane Anna Ricevuto, 22 anni, studentessa di Filosofia. Piglio deciso e carattere da vendere: «Noi paghiamo le tasse – afferma – È un nostro diritto sapere la verità. E la cosa che fa più male è vedere una città inerme e che non prende una posizione. Non entro nel merito, perché saranno i tribunali e le sentenze a chiarire questa vicenda, ma in pochi stanno prendendo a cuore la questione. Messina è una città enorme e piena di studenti. È inaccettabile che solo in pochi si espongano e che le associazioni non prendano una posizione. La risposta della città? Come se nulla fosse». Gli studenti dell’Università di Messina, in particolar modo quelli dell’Unione degli Studenti Universitari, hanno chiesto chiarezza sui fondi del PNRR destinati ai posti-letto e agli alloggi per gli studenti: «Pretendiamo chiarezza – dice Anna – sui posti-letto che l’Università di Messina dice di aver creato tramite l’acquisto di un vecchio hotel. Di fatto, nelle graduatorie, ci sono tantissimi assegnatari, aventi diritto, che risultano idonei, ma non beneficiari, in quanto il posto non risulta essere garantito. Perché? Il rettore ha scritto una lettera, agli studenti, ma senza rispondere alle accuse che gli sono state mosse». E sono pochissimi gli studenti che hanno deciso di metterci la faccia.