Home Attualita' Cardiochirurgia pediatrica chiudera’ a Taormina: i politici provinciali dove sono?

Cardiochirurgia pediatrica chiudera’ a Taormina: i politici provinciali dove sono?

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Oltre a pensare al Ponte sullo Stretto la politica siciliana e messinese in particolare dovrebbe interessarsi alla sanita’ provinciale che continua a subire tagli e chiusure provocando la logica rabbia e indignazione purtroppo abbinata a rassegnazione da parte dei cittadini e soprattutto degli utenti. L’ultimo caso riguarda Taormina per la chiusura della Cardiochirurgia Pediatrica prevista dalla Regione siciliana alla scadenza della convenzione con il “Bambino Gesù” di Roma alla data del 31 luglio.
I sindaci del Distretto Sanitario 32, di cui è capofila Taormina, parlano di «provvedimento inaccettabile che penalizza la sanità al servizio di un intero comprensorio», fanno quadrato e si troveranno a confronto nei prossimi giorni per fare il punto ed individuare le azioni da mettere in campo per contrastare questa decisione del governo Schifani.
I genitori dei bambini ricoverati ed in cura al Ccpm valutano di mettere in atto una protesta eclatante. «Avevamo sospeso qualsiasi iniziativa in tal senso perché erano state date rassicurazioni dopo le sedute di Commissione Salute ma anche stavolta le promesse non sono state mantenute e la fiducia è stata tradita. Non abbiamo nessuna intenzione di arrenderci e difenderemo fino alla fine il diritto di curare i nostri figli nel centro di Taormina», fa sapere la responsabile del Comitato della famiglie del “Ccpm”, Caterina Rizzo.
«Faremo anche noi la nostra parte per impedire questa chiusura, il diritto alla salute non può essere calpestato in questo modo, i cittadini devono potersi curare qui senza dover tornare a fare viaggi della speranza come avveniva in passato», afferma la responsabile di CittadinanzAttiva-Tribunale dei Diritti del Malato per il comprensorio di Taormina, Agata Polonia.
La Regione Siciliana replica alle accuse sulla chiusura della Cardiochirurgia Pediatrica di Taormina e lo fa con una nota in cui il governo Schifani precisa che l’iter per il reparto che verrà aperto a Palermo è antecedente all’insediamento dell’attuale esecutivo regionale.

«La nuova unità operativa complessa di Cardiochirurgia pediatrica dell’ospedale Civico di Palermo, che sarà attiva dal primo luglio 2023 – si legge in una nota -, è stata affidata alla Fondazione del Gruppo San Donato a seguito di una procedura aperta di evidenza pubblica e non in base a una convenzione. Inoltre, la procedura è stata avviata il 6 dicembre 2021 e conclusa il 23 settembre 2022, precedentemente all’insediamento dell’attuale governo regionale». Lo precisa in una nota la Presidenza della Regione Siciliana.

«La gara per la realizzazione del reparto di Cardiochirurgia, assieme a quello di Neurochirurgia pediatrica, fa seguito – precisa la nota di Palazzo d’Orleans – a un decreto assessoriale e ad una delibera della giunta regionale del novembre 2019, che ne ha espressamente previsto la realizzazione per colmare la deficienza strutturale del Servizio sanitario regionale in tali ambiti. Per assicurare la massima trasparenza, l’Arnas Civico ha scelto di adottare un bando aperto a tutti i soggetti con i requisiti richiesti, predisposto secondo i dettami del Codice dei contratti pubblici. La procedura d’appalto è stata pubblicata in Gazzetta ufficiale della Comunità Europea e della Repubblica Italiana e ne è stata data pubblicità, come previsto dalla normativa, sui quotidiani regionali e nazionali. Alla scadenza del termine per la presentazione delle offerte, fissato al 15 aprile 2022, è pervenuta la sola proposta del Policlinico San Donato di Milano».
In pratica Schifani scarica le colpe sul precedente governo Musumeci, che era sempre di centrodestra e per gran parte composto dalla stessa maggioranza rieletta il 25 settembre scorso. Sul piano tecnico e della ricostruzione cronologica dell’iter che ha riguardato la Cardiochirurgia a Palermo, nulla da eccepire ma il punto è evidentemente un altro: secondo il governo regionale apre o riapre Palermo e quindi, in automatico, deve chiudere Taormina? E’ questo il meccanismo? E allora come mai il 10 gennaio scorso, e sino ancora ai giorni scorsi, il governo Schifani, con l’assessore Volo, rappresentava in Commissione Salute che le attività del Ccpm sarebbero proseguite? Come mai non è stato detto già nella riunione di Commissione all’Ars del 10 gennaio che il Ccpm sarebbe stato chiuso? L’esecutivo regionale ha le idee perlomeno confuse sul tema.