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Stangata Bce per mutui e finanziamenti a imprese

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La stretta sul costo del denaro varata dalla Bce (Banca centrale europea) avrà un effetto a cascata sui mutui e sui finanziamenti alle imprese.Il tasso principale di riferimento della Bce è risalito al 2%, tornando al livello di inizio 2009, e l’aumento avrà ricadute sull’andamento generale dei tassi d’interesse. Se le banche dell’Eurozona pagheranno un costo maggiore per prendere in prestito denaro dalla Bce, alla fine anche i prestiti e i finanziamenti a tasso variabile (mutui) a imprese e cittadini saranno più costosi.

Dalle simulazioni delle associazioni dei consumatori e di siti specializzati nel mercato dei mutui emerge un aumento della rata mensile che si aggira sui 50 euro, pari a circa 600 euro in un anno. Una «stangata», avverte il presidente del Codacons Carlo Rienzi, che «apre un altro pericoloso fronte, quello dei ritardi nei pagamenti delle rate da parte delle famiglie in difficoltà, schiacciate dall’emergenza energia, da un’inflazione alle stelle e ora anche da mutui sempre più cari e difficili da pagare».

Per Facile.it l’aumento dei tassi di interesse di 75 punti base deciso dalla Bce potrebbe tradursi in «un incremento delle rate dei mutui variabili fino a 50 euro al mese per un finanziamento medio, e un aggravio complessivo di circa 150 euro da inizio anno». Ovviamente, tutto dipende dall’andamento dell’Euribor, il parametro di riferimento per i mutui a tasso variabile: se l’Euribor aumenterà in misura uguale ai tassi della Bce – viene calcolato nel rapporto – per un finanziamento variabile da 126.000 euro acceso a gennaio 2022 la rata sarà di 604 euro, vale a dire 50 euro in più rispetto ad oggi e 150 euro in più da inizio anno (+32%).

Se si guarda invece ai Futures sugli Euribor, che rappresentano l’aspettativa che gli operatori hanno sull’andamento dell’indice nei prossimi anni, emerge un possibile aumento ancor più consistente: entro fine anno l’indice Euribor (a 3 mesi) arriverà al 2,24%. Se così fosse, la rata del mutuo simulato salirebbe a 630 euro, vale a dire 174 euro in più rispetto a inizio anno. La simulazione di MutuiOnline.it calcola che per un mutuo a tasso variabile di 140.000 euro con durata 20 anni, la rata potrebbe passare dai circa 640 euro al mese, con tasso 0,95%, a 689 euro se il tasso salisse a 1,70%, «richiedendo un esborso di oltre 11 mila euro in più».

Aumenti che, tra caro energia e surriscaldamento dell’inflazione, stanno mettendo sotto pressione molte famiglie: da un’indagine commissionata da Facile.it emerge che 2,4 milioni di italiani con un mutuo a tasso variabile hanno dichiarato di aver avuto difficoltà, già nei primi 9 mesi dell’anno, a rimborsare il finanziamento e addirittura 218.000 mutuatari hanno dovuto saltare una o più rate.