Home Cronaca Mafia, la mappa dei clan di Messina e provincia secondo la relazione...

Mafia, la mappa dei clan di Messina e provincia secondo la relazione della Dia

888

Puntuale arriva la Relazione del Ministro dell’Interno al Parlamento sull’attività svolta ed i risultati conseguiti dalla DIA riferita al secondo semestre 2021 con il consueto aggiornamento per quanto riguarda il territorio messinese diviso in almeno tre grandi aree di interesse per le consorterie mafiose.
Nel semestre la ripartizione delle aree di influenza dei gruppi messinesi risulta sostanzialmente invariata. Nella parte settentrionale della provincia opera la c.d. “famiglia barcellonese”193 comprendente i gruppi dei “Barcellonesi”, dei “Mazzarroti”, di “Milazzo” e di “Terme Vigliatore” che nel periodo di riferimento è stata interessata dalla confisca di beni per oltre 8 milioni di Euro. Nel territorio dei Monti Nebrodi risultano attivi i sodalizi dei “tortoriciani”, dei “batanesi” e dei “brontesi” nei confronti dei quali talune investigazioni hanno evidenziato l’accaparramento dei terreni agrari e pascolivi per beneficiare di fondi comunitari destinati allo sviluppo delle zone rurali196.
Nell’ottobre 2021 un esponente197 di assoluto rilievo dei “batanesi” è stato colpito da un sequestro beni198 per un valore complessivo di circa 200 mila euro. Nella “zona nebroidea” risulta presente anche la famiglia di Mistretta ritenuta legata al mandamento palermitano di San Mauro Castelverde la quale influenza l’area confinante con la provincia di Palermo ed Enna. La “fascia jonica” che si estende dalla periferia sud di Messina fino al confine con la provincia di Catania costituirebbe area di influenza delle organizzazioni mafiose etnee in quanto fondamentale area di spaccio199 e potenziale bacino di reinvestimento di capitali di provenienza illecita.
Nella “fascia tirrenica” della provincia, ove egemone è la famiglia dei “barcellonesi” il business principale per le organizzazioni criminali risulta essere il traffico e spaccio di stupefacenti. Nel semestre l’indagine “Drug Express” ha consentito di disarticolare un gruppo criminale capeggiato da un tunisino con base a Milazzo ma con ramificazioni anche a Roma dedito alla gestione del traffico e dello spaccio di cocaina e crack. Una peculiarità dell’attività illecita era la consegna a domicilio della sostanza stupefacente. L’approvvigionamento avveniva anche attraverso un canale romano che trasferiva la droga ai messinesi mediante il sistema delle spedizioni. L’indagine a conferma della caratura criminale dell’associazione ha disvelato anche l’esistenza di un progetto criminoso volto ad attuare un attentato contro la caserma e gli automezzi della Guardia di Finanza di Milazzo e finanche a progettare una vendetta ai danni di un militare che aveva sottoposto taluni degli indagati ad un controllo su strada.
L’indagine “Lock Drugs” conclusa dai Carabinieri il 22 luglio 2021 ha invece riguardato una fiorente attività di spaccio di marijuana e cocaina nell’area di Barcellona Pozzo di Gotto realizzata da soggetti giovanissimi attraverso l’utilizzo di social network, ritenuti meno vulnerabili sotto il profilo del monitoraggio investigativo.
Nel capoluogo si registra l’operatività di una “cellula” di cosa nostra catanese riconducibile ai ROMEO-SANTAPAOLA capace di coesistere con altri clan orientanti prevalentemente nel traffico di stupefacenti e nella gestione di scommesse clandestine.
Permane costante la volontà delle consorterie mafiose di infiltrare o condizionare l’attività politico-amministrativa degli Enti territoriali del messinese. Attività delittuose queste che spes
so conducono allo scioglimento degli Enti amministrativi per accertate infiltrazioni mafiose, come del resto avvenuto per il Comune di Tortorici in virtù degli esiti dell’indagine “Nebrodi”. L’indagine “Chair” conclusa nel giugno 2021 dalla DIA di Messina ha fatto emergere ripetuti episodi di corruzione elettorale e di estorsione aggravata dal metodo mafioso registrati nel corso delle elezioni del 2017 per il rinnovo dell’Assemblea Regionale Siciliana che ha coinvolto anche alcuni messinesi. Altro fenomeno endemico, sebbene non sempre riconducibile alle affermate compagini criminali, risulta quello degli episodi corruttivi posti in essere da spregiudicati imprenditori e pubblici funzionari che perseguono il facile arricchimento223 derivante dall’aggiudicazione di pubblici appalti.
Ulteriori misure di contrasto alle organizzazioni criminali sono i provvedimenti ablativi che colpiscono i patrimoni criminali illecitamente accumulati nel tempo. A tal riguardo nel semestre oltre ai provvedimenti effettuati dalle forze di polizia nell’ambito di indagini giudiziarie la DIA di Messina ha eseguito due decreti di confisca e due sequestri beni224. In data 11 ottobre 2021 è stato confiscato il patrimonio, pari a circa 8 mln di euro, di un imprenditore ritenuto contiguo al gruppo dei “barcellonesi” e condannato nell’ambito del procedimento “Gotha7” per estorsione aggravata dall’aver agevolato l’attività della predetta associazione mafiosa225. Il 12 novembre 2021 sono stati sottoposti a sequestro compendi aziendali e quote sociali di 3 imprese operanti nel settore edile e della commercializzazione di vetture, immobili, beni mobili registrati e rapporti finanziari per un valore complessivo stimato in circa 2 mln di euro, riconducibili ad un imprenditore già attinto da un pregresso procedimento di prevenzione personale e patrimoniale poiché ritenuto contiguo alla famiglia mafiosa di Mistretta.