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Dal Cdm via libera al Decreto aiuti bis

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Proroga degli sconti su bollette e benzina, rivalutazione delle pensioni e taglio del cuneo più alto delle attese. Ma anche risorse per la siccità, aiuti per l’ex Ilva, tutele per i consumatori più vulnerabili. E’ un maxi-provvedimento che mette a terra 17 miliardi complessivi in aiuti a famiglie e imprese, quello approvato dal governo con il nuovo decreto aiuti bis. «Un provvedimento di proporzioni straordinarie», sottolinea il premier Mario Draghi, ricordando che queste risorse si vanno ad aggiungere ai 35 miliardi messi sul piatto quest’anno per mitigare gli effetti dei rincari. Un provvedimento in cui tutti i ministri, annusando già il clima di campagna elettorale, hanno avanzato i propri desiderata.
«Larga parte degli interventi riguardano il capitolo energia», spiega il ministro dell’economia Daniele Franco, precisando che le misure vanno a favorire un po’ più le famiglie (a loro vanno complessivamente 5,8 miliardi), rispetto alle imprese (5,5 miliardi). Il provvedimento in sè stanzia 15 miliardi, cui si aggiungono due misure aggiuntive (1 miliardo alla sanità e il decreto ministeriale da 700 milioni che proroga lo sconto benzina al 20 settembre) che portano il complesso delle risorse a circa 17 miliardi. Arriva anche per l’ultimo trimestre dell’anno il taglio delle bollette. Viene rafforzato il bonus sociale per luce e gas; sul gas arrivano le tutele per i consumatori “vulnerabili”. Misure anche per le imprese, con la proroga del credito di imposta per l’acquisto di elettricità e gas.
Per gli extraprofitti, visti gli incassi inferiori alle attese, «ci sono provvedimenti che aumentano fortemente le sanzioni per gli obblighi al pagamento», spiega lo stesso Draghi, che ritiene intollerabile eludere questa disposizione e annuncia già che se non ci sarà una risposta arriveranno «altri provvedimenti». Ma lo spettro di intervento del provvedimento è ampio. C’è innanzitutto il capitolo lavoro, con le due attese misure per mettere qualche soldo in più in tasca a dipendenti e pensionati. Viene modificato – ed è questa la vera novità – il taglio del cuneo, ampliato da 1 a 1,2 punti percentuali, portando l’attuale taglio a 2 punti complessivi da luglio a dicembre.
Viene poi anticipata da ottobre la rivalutazione di due punti percentuali delle pensioni. Il ministro del lavoro Orlando avrebbe chiesto in cdm più risorse per il cuneo e per prorogare lo smart working per fragili e genitori di under14: risorse che al momento non ci sono, ma che il ministro si è però impegnato a trovare in sede di conversione. Il bonus 200 euro andrà a chi non l’ha avuto a luglio, compresi i collaboratori sportivi, mentre è in corso una verifica se allargarlo anche ai dottorandi. C’è poi la norma salva Ilva, con la possibilità di un aumento di capitale fino ad un miliardo. Arriva anche un aiuto di 1,3 miliardi per contrastare il caro materiali, destinato in parte anche alle opere per Milano-Cortina (per la quale cambia anche la governance). Rimpinguati i fondi per il bonus psicologo e il bonus per gli abbonamenti dei trasporti.
Respinta invece in cdm, fa sapere la ministra per la famiglia Bonetti, la richiesta di usare, per rafforzare l’assegno unico per le famiglie a basso reddito, i 630 euro di fondi per l’assegno «non utilizzati» per le domande «inferiori alle stime «e per il fatto che il 20% delle famiglie non ha presentato l’Isee». Su spinta del Mise arrivano anche misure per rifinanziare i contratti di sviluppo e Ipcei e garantire il segnale tv nelle zone montane. Ma i nuovi aiuti sollevano anche qualche polemica. Ai sindacati, che ribadiscono la delusione per le poche risorse (“irrilevanti”) stanziate per lavoratori dipendenti e pensionati, si aggiunge la voce critica delle Province, che senza gli stanziamenti per coprire il crollo delle entrate rischiano di non riuscire a garantire i servizi. Polemici anche i sindacati della scuola, che non digeriscono l’introduzione della figura del docente esperto. Ora il provvedimento è atteso in Gazzetta già nel fine settimana, poi a settembre approderà in Parlamento. I partiti si sono impegnati a non presentare emendamenti per garantire una conversione veloce e tenere i nuovi aiuti al riparo dalla campagna elettorale. Si vedrà alla riapertura delle Camere. Intanto oggi nessun accordo è stato raggiunto a Palazzo Madama per approvare la delega fiscale: i lavori per ora sono rinviati al 6 settembre.