E’ la Sicilia la prima regione a partire da oggi con i saldi estivi. 3,1 miliardi di euro la stima complessiva del volume di spesa, secondo l’Ufficio Studi di Confcommercio. Una spesa per famiglia che si aggira intorno ai 202 euro, pari a 88 euro pro capite. Una previsione altalenante, influenzata in parte dall’ottimismo legato al ritorno della piena libertà di circolazione oltre che del turismo nazionale ed internazionale e dall’altra dalle preoccupazioni legate alla grave crisi internazionale e all’aumento dei prezzi energetici e dal peso dell’inflazione.
“I saldi”, ha spiegato Carmelo Picciotto Presidente di Confcommercio Messina, “rappresentano oggi un’ottima opportunità di spesa prima degli ulteriori aumenti ipotizzati per i prossimi mesi. L’invito è quello di acquistare a Messina in maniera da sostenere il tessuto produttivo locale, già profondamente danneggiato dalla crisi e messo al tappeto da due anni di pandemia. Nonostante ci sia un trattato internazionale sulla minimum tax che proteggerebbe il commercio di prossimità dalla concorrenza sleale del web, esso ancora non viene applicato in Italia, con il risultato che i commercianti sono schiacciati dalla competitività delle offerte on line, che ovviamente chi ha un negozio e deve affrontare una montagna di spese vive non può sostenere.”
Il “manuale” dei saldi (Fonte Confcommercio)
Per il corretto acquisto degli articoli in saldo, Federazione Moda Italia e Confcommercio ricordano alcuni principi di base sui saldi:
Cambi: la possibilità di cambiare il capo dopo che lo si è acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme (d.lgs. 6 settembre 2005, n. 206, Codice del Consumo). In questo caso scatta l’obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso ciò risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato.
Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto.
Prova dei capi: non c’è obbligo. E’ rimesso alla discrezionalità del negoziante.
Pagamenti: le carte di credito devono essere accettate da parte del negoziante.
Prodotti in vendita: i capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo.
Indicazione del prezzo: obbligo del negoziante di indicare il prezzo normale di vendita, lo sconto e il prezzo finale.
Modifiche e/o adattamenti sartoriali: sono a carico del cliente, salvo diversa pattuizione.