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Assegno unico più alto o più basso del previsto: perché la cifra cambia nel tempo

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Più di tre milioni di famiglia hanno già ricevuto il primo assegno unico per i figli. L’assegno unico viene pagato mensilmente, in base all’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee) in corso di validità e riguarda tutte le famiglie (dipendenti, autonomi e disoccupati) con figli a carico: non assorbe né limita gli importi del bonus asilo nido, è compatibile con altre misure in denaro a favore dei figli a carico ed è compatibile con il reddito di cittadinanza.
Chi fa domanda entro il mese di giugno (incluso) avrà sempre diritto agli arretrati accumulati a decorrere dal mese di marzo. E l’Inps, in tutti i casi, provvederà al riconoscimento dell’assegno entro 60 giorni dalla domanda. Qualora, invece, la presentazione dell’istanza avvenga dal 1° luglio in poi, la misura decorrerà dal mese successivo a quello della domanda stessa, senza arretrati. In questo scenario rileva anche la tempistica con cui viene elaborato l’Isee che, se successivo al momento della domanda, renderà necessario attendere fine anno per gli eventuali conguagli degli importi spettanti. Per le domande presentate dal 1° marzo in poi, il pagamento viene effettuato alla fine del mese successivo a quello di presentazione della domanda. La normativa prevede infatti che l’assegno unico e universale venga pagato nel mese successivo a quello in cui è stata inoltrata richiesta all’Inps.
Ma torniamo alla cifra esatta chi si riceve: potrà essere aggiustata, cambiare nei prossimi tempi per più di un motivo: Isee presentati in ritardo, difformità sanate, istanze corrette o istruttorie rafforzate da parte dell’istituto. In pratica potrebbero esserci o quote aggiuntive spettanti o importi da restituire (ma succederà raramente). La procedura per i conguagli deve ancora essere perfezionata: bisogna decidere se erogarli ogni mese, oppure alle scadenze di giugno, settembre e dicembre.
Il principale motivo dell’aggiustamento sarà l’Isee fatto in ritardo. Non bisogna allegare alcun Isee quando si fa domanda. Senza indicatore però si riceva la cifra minima, 50 euro a figlio. Tutti gli Isee presentati entro il 28 febbraio sono stati calcolati negli assegni in questa prima tranche di pagamenti; chi lo presenterà entro il 30 giugno avrà diritto al conguaglio degli arretrati da marzo; per tutti gli altri l’eventuale maggiorazione decorrerà dal mese di presentazione dell’Isee. Ci sono e ci saranno ancora milioni di Isee da elaborare. E poi ci sono (e ce ne sono…) gli Isee irregolari: almeno uno su dieci di quelli inviati finora presenterebbe irregolarità, difformità od omissioni. Come specifica oggi il Sole 24 Ore, anche se l’Isee presenta aspetti poco chiari, l’assegno unico viene erogato ugualmente, ma entro la fine dell’anno l’utente è tenuto a sanare la pratica. Se ciò non avviene, si si procederà al recupero dell’importo eccedente il minimo che sarebbe spettato in assenza di Isee.
Sin dal primo momento è stato chiarito che la domanda di assegno unico è aggiornabile, sempre e comunque. Lo si fa in pochi clic. I casi in cui lo si deve fare (e in cui conviene farlo) sono numero: la nascita di un nuovo figlio, il riconoscimento di una disabilità oppure l’ottenimento di un Isee corrente in seguito alla perdita del lavoro. Ci sono poi casi che devono essere ancora chiariti, e che potrebbero comportare modifiche della cifra che si riceve. Un esempio? E’ la maggiorazione da 100 euro per le famiglie con almeno quattro figli. Per ora non tiene conto dei figli over 21: l’Inps comuncia che “il criterio di calcolo sarà adeguato in modo da far rilevare tutti i figli a carico ai fini Isee, compresi quelli per i quali non è stata presentata domanda”. Tradotto: scatteranno dei conguagli. La maggiorazione dell’assegno unico da 100 euro per le famiglie con almeno quattro figli al momento scatta solamente se tutti sono minori di 21 anni e beneficiari della nuova misura. Non si applica, invece, se uno di loro – ad esempio – ha già compiuto i 21 anni. Questo accade perché finora l’Inps ha dato un’interpretazione restrittiva di una norma.
L’Assegno Unico sostituisce tutte le altre prestazioni e sarà erogato dall’Inps sull’Iban indicato dal richiedente. Per coloro che percepiscono il reddito di cittadinanza l’assegno verrà versato in automatico sulla carta RdC, senza bisogno di inoltrare alcuna domanda”, precisano dall’istituto.
L’Inps precisa che l’Iban che si comunica deve essere un servizio di pagamento operante in uno dei Paesi dell’area Sepa (conto corrente bancario/postale, carta di credito o di debito, libretto di risparmio). Inoltre, per il corretto addebito dell’Assegno Unico, l’Iban, deve risultare intestato o cointestato al beneficiario della prestazione, fatta salva l’ipotesi di domanda presentata dal tutore di genitore incapace: in tal caso l’Iban può essere intestato o cointestato al tutore, oltre che al genitore medesimo. La verifica in merito alla titolarità dell’Iban di pagamento è effettuata dall’Inps attraverso un apposito processo telematico strutturato con Poste Italiane e con tutti gli Istituti di credito convenzionati per il pagamento delle prestazioni pensionistiche in Italia; qualora non venga accettata la corrispondenza della titolarità dell’Iban al codice fiscale del richiedente il pagamento verrà bloccato. In presenza di discordanze, “per evitare il blocco del pagamento i cittadini che abbiano già presentato domanda di Assegno Unico possono accedere alla domanda già inoltrata tramite le loro credenziali e modificare l’Iban direttamente”.