Home Attualita' “Troppe cartelle, non possiamo gestirle”: l’allarme dell’Agenzia delle Entrate

“Troppe cartelle, non possiamo gestirle”: l’allarme dell’Agenzia delle Entrate

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Nei magazzini dell’Agenzia delle Entrate le cartelle non riscosse sono diventate troppe. E continuano ad aumentare. “È una montagna difficile da gestire” ammette il direttore dell’agenzia Ernesto Maria Ruffini, nel corso dell’audizione alla Commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale. “Abbiamo un magazzino unico al mondo” evidenzia. “In nessuna parte del mondo si sceglie di mantenere 22 anni di crediti di non riscossi. Si fanno delle scelte”. Secondo Ruffini l’Agenzia delle Entrate conta “8000 dipendenti ed è strutturata per gestire un magazzino della riscossione di tre anni”. Ruffini ha parlato di un “magazzino in continuo aumento”. “Abbiamo 130-140 milioni di cartelle, 230 milioni di crediti da riscuotere, circa 16 milioni di cittadini iscritti a ruolo”. Insomma, il personale dell’agenzia non riesce più a gestire le cartelle accumulate in anni e decenni.
“È dal 2015 che il Parlamento è informato” dice Ruffini. Un magazzino così non può essere gestito. Si sono fatti dei tentativi con la rottamazione, il saldo e stralcio e altri istituti similari” ma questo non ha portato alla sua riduzione. “Annualmente entrano 70 miliardi di crediti da riscuotere e ne escono meno di 10 miliardi di crediti riscossi” e, pertanto, “la bilancia pende sempre a favore di quanto entra che è sempre maggiore di quanto esce”.
Non solo. “Il magazzino del non riscosso continua ad aumentare anche ad esito dell’anno 2020-21 che per la sospensione legata alla pandemia ha determinato la sospensione della riscossione”. A questo si aggiunge il fatto che “si è arricchito del magazzino della regione Sicilia che è stato rimesso nel perimetro dell’Agenzia. Sicuramente abbiamo sfondato il detto dei 1.100 miliardi non riscossi”, dice. “Dal febbraio 2009 e fino al 31 dicembre 2021, risultano inviate da 1.153 Comuni circa 120.000 segnalazioni. Le segnalazioni acquisite dagli uffici dell’Agenzia delle Entrate hanno dato origine a 20.130 atti impositivi per una maggiore imposta accertata di 386.340.000 euro, per un importo riscosso totale pari a 139.199.000 euro”, dice. Questi dati, spiega, “indicano che, per ogni segnalazione, è stato possibile accertare mediamente circa 19.000 euro e, in corrispondenza, riscuotere un importo medio di circa 7.000 euro”.
“Per quanto riguarda le somme riversate ai Comuni ai fini della distribuzione della quota incentivante per la partecipazione all’attività di accertamento, i cui criteri di distribuzione, sono di competenza del Ministero dell’interno, l’ultimo dato disponibile fa riferimento alle somme erogate a 280 Comuni per il «Contributo dell’anno 2021 per la partecipazione dei Comuni all’attività di accertamento fiscale e contributivo effettuata nell’anno 2020», per un importo totale pari a 6.490.977 euro. Vi sono dunque ampi margini – sottolinea Ruffini – perché l’istituto conosca ulteriore diffusione, dal momento che a utilizzare detta opportunità offerta dalla normativa è stato appena il 3,5 per cento dei 7.904 Comuni italiani”.