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Presentato dalla Lute Venetico il progetto “La Sicilia delle donne”

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Romanzi dannunziani ed espressive narrazioni del terremoto di Messina: la Lute di Venetico riscopre Cettina Natoli Ajossa ( 1867- 1913) in uno spettacolo multimediale.

“Uomini e donne perdono gli aloni misteriosi, e per alcuni eccitanti, che possedevano presso altri e più famosi scrittori (si pensi a D’Annunzio) per rivelarsi maschere meschine di un’epoca e di un ambiente in piena crisi”. In queste poche parole la studiosa Anna Santoro condensa la novità della scrittura di Cettina Natoli Ajossa, colta nobildonna messinese vissuta a cavallo fra i due secoli, giornalista, musicista, pittrice, oltre che autrice di romanzi.

La Lute di Venetico, nell’ambito del progetto La Sicilia delle donne, ha dedicato la serata del 26 marzo alla narrazione di questa sorprendente e misconosciuta donna intellettuale, coinvolgendo esperti del settore, attori, e musicisti in un progetto che ha riscosso un notevole successo nel folto pubblico, presente all’evento nei locali della Lute.

Il titolo della serata, Cettina Natoli, esperta narratrice di passioni tardoromantiche e autenticità del dolore: la tragedia del terremoto di Messina, riassume le due componenti della produzione di Natoli: da un lato la decadenza del raffinato mondo aristocratico, tratteggiato negli ipersensibili e nevrotici protagonisti di Margherita Royn (1886), fragili e inetti; dall’altro la rappresentazione autentica, tragica e appassionata dell’atroce tragedia del terremoto messinese, in cui Natoli perse una figlia adolescente, Alfrida. Le mie cinque giornate di Messina 28- 12- 1908/ 1- 1- 1909 sarà pubblicato a Napoli solo nel 1913, quando si attenua il dolore e subentra la scrittura come forma di consolazione. Il testo ha suscitato un grande interesse negli ascoltatori, rivelando una modernità ed una forza comunicativa insospettate: “Nient’altro che la verità, semplicemente raccontata”, dichiara la scrittrice, ed effettivamente il suo diario esprime l’orrore della perdita con un linguaggio agile, concreto, a tratti commovente. Ad Alfrida Ajossa i genitori distrutti dal dolore intitolarono una scuola, ancora oggi esistente in via Consolare Pompea.

Le relatrici, Daniela Bombara e Barbara Sisalli, la prima autrice di diversi articoli scientifici su Cettina Natoli, hanno esposto al pubblico con chiarezza ed espressività i momenti salienti della vita della scrittrice e le principali caratteristiche delle opere, insieme alle esperte lettrici Maria Rita Gitto, Valentina Gangemi, Chiara Schinello, che hanno fatto rivivere sulla scena forme espressive e narrazioni legate ad un lontano passato, ma vicine alla sensibilità dei contemporanei. La danzatrice Antonella Gargano ha magistralmente interpretato sulla scena la sofferenza e il senso di solitudine di Margherita, macerata in un amore impossibile e tormentata da un marito geloso e violento. Infine i Malanova, gruppo musicale che riprende, innovandola, la musica etnica siciliana, ha proposto agli ascoltatori tre canzoni di amore tradito e di dolore, di morte, coerenti con la tematica di fondo della presentazione. L’insieme è stato coordinato e diretto con grande perizia da Nella Trimarchi, responsabile della sede della Lute di Venetico.

Cettina Natoli e le sue opere sono state così recuperate alla memoria della città; se le narrazioni della scrittrice legate alla corrente del decadentismo mostrano quanto la Sicilia, e Messina nello specifico, fossero ben inserite nel dibattito culturale nazionale, la cronaca del terremoto è risultata essere un testo molto più significativo, che raffigura con intensità e alta qualità della scrittura un doloroso momento della nostra storia.

La serata è stata presentata in diretta Facebook, ed è disponibile sul sito della Lute di Venetico e sul sito della Sicilia delle donne.