Come ogni anno nell’ultimo fine settimana di marzo in Italia si dice addio all’ora solare (che invece tornerà in vigore il prossimo 23 ottobre). Nella notte tra oggi e domani, infatti, le lancette di tutti gli orologi andranno spostate in avanti, precisamente dalle 2 alle 3. Questa sarà l’ultima volta? Su questo argomento si discute da anni, ma si fa ancora fatica a decidere per l’abrogazione del cambio di orario, specialmente in un periodo difficile come questo caratterizzato da sostanziosi rincari di luce e gas, con le bollette schizzate alle stelle. Mentre gli Stati Uniti si stanno muovendo per rendere permanente l’ora legale a partire dal 2023, cosa ha deciso l’Europa e cosa farà l’Italia?
Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale, ha quantificato il risparmio energetico che si ottiene dal passaggio dall’ora solare all’ora legale. Nel periodo che va dal 2004 al 2020, si è ottenuto un risparmio di 10 miliardi di kilowattora, per un controvalore economico di 1 miliardo e 720 milioni di euro, valore pari al consumo medio annuo di circa 150mila famiglie. Solo nel 2020, considerando però anche il lockdown, nel periodo dell’ora legale sono stati utilizzati 400 milioni di kilowattora di elettricità in meno, pari a 66 milioni di euro risparmiati. Da considerare che dal passaggio all’ora legale si traggono benefici non sono in termini di risparmio energetico ma anche a livello ambientale, con meno emissioni di anidride carbonica (205.000 tonnellate in meno nel 2020). Il risparmio energetico è concreto, ma sembra diminuire con il passare degli anni (dai 609 kWh del 2004 ai 554 kWh del 2018), anche a causa del maggiore utilizzo dei condizionatori nel periodo estivo che vanno a compensare in parte gli effetti positivi dell’ora legale. In ogni caso si è stimato che dallo spostamento in avanti delle lancette dell’orologio nel periodo primaverile-estivo in media si ottiene un risparmio energetico dello 0,2%, circa 100 milioni di euro ogni anno.