File chilometriche ovunque nei distributori anche di Messina e provincia e rischio che chi non è riuscito a fare benzina possa restare a secco visto che in molti benzinai non si trova più carburante. Da lunedì prossimo, infatti, Trasportounito, una delle associazioni dell’autotrasporto, ha annunciato una serrata nazionale: una forma di protesta, ma anche perché stare fermi è diventato più conveniente che spostarsi. Unatras, invece, ha indetto una manifestazione nazionale per il 19 marzo. In Sardegna sono già iniziati i blocchi dei porti. Dove comunque molte navi sono ferme, per la stessa ragione. L’accusa per tutti è la stessa: il governo non sta facendo nulla. I prezzi sono letteralmente fuori controllo, con la benzina che in modalità servito supera in alcuni distributori quota 2,3 euro al litro, mentre il gasolio costa in media 2,270 euro/litro. Prezzi che, di questo passo, rischiano di raggiungere i 3 euro al litro tra la fine di marzo e i primi di aprile», avverte il Codacons.
“Rispetto allo stesso periodo del 2021 quando la verde costava 1,566 euro/litro e il gasolio 1,436 euro/litro (dati Mise), oggi un litro di benzina in modalità self costa in media il 39,3% in più, mentre il gasolio sale addirittura del +51,3% – denuncia il presidente Carlo Rienzi – Per un pieno di verde si spendono 30,8 euro in più, +36,8 euro per il gasolio. Costi insostenibili per famiglie e imprese, che eroderanno il potere d’acquisto e faranno impennare ulteriormente i prezzi al dettaglio di una moltitudine di prodotti».
“Dal Governo non arriva nessun segnale concreto, e non si capisce cosa si attenda ancora per azzerare l’Iva sui carburanti e tagliare le accise, considerato che la tassazione raggiunge oggi il 55,3% su ogni litro di benzina e il 51,8% sul gasolio» – conclude Rienzi. Tuttavia i prezzi così alti ci sono solo in Italia e non in tutta Europa, come mai? Il grave problema che colpisce però solo il nostro paese, sono le accise. Dal Vajont al terremoto in Irpinia: tutti giurano di toglierle, ma non lo fa nessuno: insieme pesano per oltre metà del prezzo. Peraltro tra la guerra in Ucraina e l’aumento della benzina non vi sarebbe nessuna giustificata correlazione ma, trattasi di immotivata e gravissima speculazione per la quale nessuno fa niente.