Home Attualita' Sicilia: è urgente rivedere le tariffe delle cooperative per l’accoglienza di donne...

Sicilia: è urgente rivedere le tariffe delle cooperative per l’accoglienza di donne e minori. Tra pochi giorni, in migliaia potrebbero trovarsi per strada. A denunciarlo Marianna Caronia

519

Saranno circa 1.200 le donne ed i bambini socialmente fragili o vittime di violenza, e con loro circa 1.000 gli operatori sociali, che rischiano di trovarsi letteralmente per strada tra qualche giorno. Il motivo? Presto detto: le cooperative che gestiscono le Comunità accoglienza per donne sole o con figli e le Comunità alloggio per minori in Sicilia interromperanno le loro attività.
A denunciarlo è Marianna Caronia, deputata regionale della Lega, che ha chiesto alla Regione Siciliana di rivedere con urgenza il decreto assessoriale riguardante le tariffe spettanti alle Cooperative, decreto che è al centro del confronto, poiché ritenuto iniquo dagli enti di accoglienza.
La ragione della drastica decisione delle Cooperative risiede nella mancata sottoscrizione dei contratti con i Comuni, a partire da quello di Palermo, i quali, dopo che la Regione ha unilateralmente rivisto le tariffe, hanno di conseguenza deciso di applicare la nuova tariffa in modo retroattivo, a partire dall’inizio del 2021.
Saranno 57 le strutture coinvolte, quelle che gestiscono oltre 100 comunità in Sicilia, ognuna con una capacità di accogliere che va da 10 a 20 persone. Questa situazione ha contrapposto le cooperative alla Regione, dopo l’emanazione del Decreto dell’Assessore Scavone del 10 novembre del 2021, con cui si fissa a 62 euro al giorno a persona ospitata, la tariffa spettante.
Un importo che contrasta con quello indicato come congruo da un gruppo di lavoro interno allo stesso Assessorato, che a settembre aveva proposto la cifra di 77 euro giornaliere, limitando a 62 quella per le strutture più grandi, con capienza fino a 20 persone.
“Le cooperative”, ha detto Marianna Caronia, “di fatto si trovano ad aver svolto senza alcuna copertura finanziaria la propria attività nel 2021 con esborsi di decine di milioni di euro per i costi vivi e ora vengono poste davanti ad un inaccettabile “aut-aut”: o sottoscrivono contratti capestro o rischiano di non ricevere più neanche le somme arretrate. A fare le spese della situazione”, ha concluso la deputata, “sono prima di tutto le donne e i minori ospitati nelle comunità, persone con storie di sofferenza, violenza fisica o psicologica, disagio sociale di vario tipo; ma lo sono anche i lavoratori che rischiano di perdere il proprio lavoro senza avere alcuna responsabilità ma avendo anzi fino ad oggi svolto l’attività con grande professionalità nonostante la situazione confusa.”