Home Cronaca La variante Omicron fa rischiare alla Sicilia la zona arancione entro fine...

La variante Omicron fa rischiare alla Sicilia la zona arancione entro fine mese

1117

Se da un lato qualche illustre virologo italiano dichiara “Possiamo aspettarci quella che definiamo immunità di gregge e quindi la possibilità che il virus, nell’arco di un paio di mesi, da qui a fine febbraio, metà marzo, si autolimiti e ci porti davvero fuori dalla pandemia”, dall’altro la Sicilia resta una delle 4 regioni che potrebbe passare entro fine mese in zona arancione con tutte le conseguenze annesse. Le nuove regole prevedono che la zona arancione scatta quando l’incidenza dei contagi è uguale o maggiore a 150 casi settimanali ogni 100.000 abitanti e nelle regioni vengono superate due soglie di allerta per i ricoveri: 30% dei posti letto occupati nei reparti ordinari e 20% nelle terapie intensive. In Sicilia l’incidenza è stata già ampiamente superata visto che fino a ieri il dato era di 620 positivi ogni 150mila abitanti. A spingere la Sicilia verso la zona arancione sono i ricoveri, sebbene la percentuale di malati che finiscono in terapia intensiva è ancora molto bassa rispetto ai contagi che si registrano in questi giorni visto che la stragrande maggioranza dei positivi vaccinati è a casa con un raffreddore. Il rapporto tra gli ingressi in Rianimazione e le nuove infezioni, infatti, in base al bollettino di ieri non supera lo 0,2%, mentre lo scorso anno raggiungeva l’1% con meno contagi ma più ricoveri. Il motivo, come ha spiegato oggi Antonio Cascio, direttore dell’Uoc Malattie infettive al Policlinico di Palermo in un articolo di Andrea D’Orazio sul Giornale di Sicilia, è da ricercare soprattutto nell’aumento delle terze dosi ma anche sul fatto che la variante Omicron “si sta dimostrando molto più contagiosa della Delta ma meno patogenica dei lignaggi che l’hanno preceduta”. I ricoveri, però, sono in aumento e di questo passo rischiano di superare la soglia entro le prossime settimane, probabilmente entro fine mese. Secondo i dati Agenas, attualmente i reparti ordinari e le terapie intensive degli ospedali sono occupati al 23% e al 13%, dati non troppo distanti dal 30% e dal 2o% che farebbero scattare automaticamente la zona arancione.
Le regole della zona arancione
A differenza di quanto accade in zona gialla, in quella arancione serve il super green pass per il ristorante, anche all’aperto, le piscine, le palestre, le feste dopo le cerimonie, i centri culturali e ricreativi, anche all’aperto. Ma serve il certificato rafforzato anche per entrare nei centri commerciali nei festivi e nei prefestivi, oltre che per ottenere lo skipass.
Inoltre, chi non è vaccinato o guarito, in zona arancione non può uscire dal proprio comune di residenza se non per motivi di «lavoro, necessità, salute o per servizi non sospesi ma non disponibili nel proprio comune». Chi è in possesso del green pass base e quello rafforzato, invece, può muoversi liberamente all’interno e fuori dalla Regione. Consentito a tutti spostarsi da Comuni di massimo 5mila abitanti verso altri Comuni entro i 30 chilometri, eccetto i capoluoghi di provincia. Garantito per tutti il servizio di scuolabus. Nelle strutture sanitarie e socio-sanitarie si può entrare solo con tampone negativo o terza dose. In zona arancione si può sempre accedere nei negozi, con la distinzione dei centri commerciali nei prefestivi e festivi dove, come detto, scatta l’obbligo di super green pass (ad eccezione di alimentari, edicole, librerie, farmacie e tabacchi). Per quanto riguarda bar, ristoranti e alberghi, già dal 10 gennaio ci sarà l’obbligo di super green pass per consumare al banco e per sedere sia al chiuso che all’aperto. In arancione, l’obbligo riguarderà tutto il servizio di ristorazione, all’aperto e al chiuso, ma anche chi alloggia nelle strutture alberghiere e per gli esterni. Per partecipare a prove di concorso pubblico in presenza in zona arancione, è necessario avere almeno la certificazione base che si ottiene col tampone.
Dopo il bollettino di ieri, che ha risentito del calo nel numero dei tamponi processati nel lungo weekend di festa, i contagi tornano a salire vertiginosamente, in Sicilia come nel resto d’Italia. Secondo il bollettino di oggi emesso dal ministero della Salute, nelle ultime 24 ore nell’Isola sono state diagnosticate 6.415 nuove infezioni da Covid-19 a fronte di 59.829 tamponi processati. Ieri i nuovi casi erano stati 4.384 su 25.286 tamponi. Il tasso di positività oggi scende al 10,7%, in calo di quasi 7 punti percentuali rispetto a ieri.
40 le vittime in un solo giorno: un numero impressionante (ieri erano state 16), così il totale dei decessi da inizio pandemia raggiunge quota 7.583. Negli ospedali la situazione peggiora ulteriormente: complessivamente le persone ricoverate in Sicilia sono 1.007 (+23 rispetto a ieri), di cui 893 in area medica (ieri erano 872) e 114 in terapia intensiva (+2) con 12 nuovi ingressi nelle ultime 24 ore. La suddivisione tra le province vede in testa la provincia di Messina con 1.222 nuovi casi, seguita a stretto giro da Palermo con 1.100 e Catania con 1.087. In tripla cifra Agrigento con 746 nuovi casi e poi 642 a Ragusa, 495 a Trapani, 481 ad Enna, 415 a Caltanissetta e 227 a Siracusa. A livello nazionale anche oggi la Sicilia si trova all’ottavo posto per incremento dei nuovi casi. L’intera nazione fa registrare ben 170.844 contagi e 259 decessi. Tra le regioni ai primi posti Lombardia (+50.204), Piemonte (+20.453), Toscana (+18.868), Veneto (+16.602), Campania (+12.058), Lazio (+9.037) ed Emilia Romagna (+8.773).