Sono 29 gli indagati rinviati a giudizio nell’inchiesta denominata “Zifaf”, condotta dalla Distrettuale antimafia e dal Gico della Guardia di Finanza, che nel dicembre del 2020 dopo mesi di accertamenti ha permesso di far luce su un’organizzazione di falsi matrimoni tra italiani e stranieri, con marocchini, algerini e tunisini.
I riti avevano lo scopo di far conseguire permessi soggiorno per motivi di famiglia, essenziale per l’ingresso e la permanenza in Italia, oppure per “sanare” la posizione degli extracomunitari che avevano subito decreti di espulsione dall’Italia.