Pochi lo sanno, ma il 19 novembre è la giornata internazionale dell’uomo o festa dell’uomo, in oltre 50 Paesi del mondo. In Italia si “celebra” dal 2013. Pare che le motivazioni della sua istituzione siano da ricercare nella necessità di migliorare l’aspettativa di vita degli uomini, ad oggi inferiore a quella delle donne, seguire gli studenti maschi, per i quali si registra un alto tasso di abbandono scolastico, garantire ai padri la possibilità di fare il meglio per i figli ed ai figli di avere un padre.
L’evento fu pensato per la prima volta dal professor Thomas Oaster l’8 febbraio 1991 e celebrato l’anno seguente il 7 febbraio. Il progetto venne rilanciato nel 1999 a Trinidad e Tobago da Jerome Teelucksinghe e scelta la data del 19 novembre sia perché era il compleanno di suo padre sia per ricordare quel giorno del 1989 quando la nazionale trinidadiana non si era qualificata per la Coppa del Mondo del 1990, ma i tifosi avevano dimostrato una grande lealtà sportiva, premiata col FIFA Fair Play Award. A queste prime celebrazioni ne seguirono molte altre a livello internazionale in Australia, nei Caraibi, in America del Nord, in Asia, in Europa e in Africa.
La Giornata internazionale dell’uomo è oggi supportata da ONU ed UNESCO, ma non deve essere confusa con il Men’s World Day, che si celebra il 3 novembre.
Tra le finalità della giornata, creare un mondo migliore nel quale le persone possano crescere al sicuro per raggiungere il loro pieno potenziale ed arginare la piaga dei suicidi maschili, che ha raggiunto livelli preoccupanti.
