La Sicilia da oggi torna zona bianca, con le sole eccezioni di due zone arancioni a Mascalucia (in provincia di Catania) e a Francofonte (in provincia di Siracusa). Proprio nella tarda mattinata di ieri, c’è stata l’ufficialità con la firma del ministro Roberto Speranza. Da oggi dunque via le mascherine che fino a ieri sono state indossate anche all’aperto e via altre restrizioni come ad esempio il vincolo di sedersi in non più di quattro persone all’interno di pub e ristoranti.
«Il rientro in zona bianca non suoni per i cittadini come un rinnovato “liberi tutti”. Bisogna proseguire con la campagna vaccinale e con le necessarie misure», ha però precisato ieri l’assessore alla Salute della Regione Siciliana Ruggero Razza a margine della conferenza stampa convocata a Palermo per illustrare il nuovo bollettino settimanale della Regione sui dati epidemiologici e vaccinali. “Abbiamo bisogno di uscire dall’epidemia senza gravare sul nostro sistema economico – ha aggiunto -. Non dobbiamo dimenticare che il coronavirus è ancora presente e che ci sono migliaia di persone ancora infette”.
Da oggi saranno di nuovo consentite le tavolate al chiuso con il superamento del limite massimo dei 4 posti a sedere tra non conviventi in ristoranti, agriturismi e pizzerie. Il ritorno in zona bianca, sottolinea la Coldiretti, è “un provvedimento che impatta anche per le feste e i ricevimenti, compresi i matrimoni che con l’avanzare della campagna vaccinale si sono moltiplicati. Il limite dei posti a tavola è una misura di sicurezza che – continua la Coldiretti – oltre ad avere ripercussioni sul bisogno di convivialità degli italiani ha pesato anche sugli incassi della ristorazione dopo le forti perdite subite per i lockdown per la pandemia Covid”.
“La necessità di mantenere almeno un metro di distanza tra i tavoli – precisa la Coldiretti – ha infatti ridotto drasticamente gli spazi disponibili per il servizio. L’ impatto negativo si trasferisce a cascata sull’intera filiera con la riduzione di acquisti di prodotti alimentari e vino dalle aziende agricole ma anche di addobbi floreali con il contenimento del numero di invitati o addirittura il rinvio delle cerimonie”.