Home Sport L’Orlandina inizia ad handicap a Cantù contro la favorita dell’ex Sodini

L’Orlandina inizia ad handicap a Cantù contro la favorita dell’ex Sodini

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Parte oggi alle 18 a casa dell’ex Sodini, ora nuovamente alla guida di Cantù la decima avventura della storia in A2 dell’Orlandina basket, da poco marchiata Infodrive. Al PalaDesio l’head coach di Cantù è il grande ex della partita: a Capo d’Orlando il tecnico toscano ha allenato tre stagioni, dal 2018 al 2021. Un debutto che si appresta a essere quindi particolarmente speciale per il capo allenatore dei canturini, costretto a rinunciare agli infortunati Lorenzo Bucarelli e Ilia Boev ma con il pivot Marco Cusin, veterano di lungo corso, giunto in Brianza con un contratto bimestrale. «L’inizio della stagione è sempre un momento intrigante -commenta Sodini -: c’è un brillare curioso negli occhi delle persone che si sono preparate, con grande meticolosità e attenzione, per affrontare al meglio questa lunga stagione che ci attende, in cui da parte nostra c’è sicuramente tanta ambizione. Peraltro, gli arabeschi del destino hanno voluto mettermi di fronte al mio recente passato, Capo d’Orlando, ma quando si è in campo tutto passa in secondo piano. Conterà soltanto essere precisi, attenti e determinati per ottenere tutto quello che vogliamo ottenere. Questo è un punto di partenza e i punti di partenza devono essere affrontati con il giusto piglio perché il primo passo è sempre importante, e speriamo di farlo bene. Cusin? Innanzitutto, ringrazio il club per questa firma; poi, ringrazio il giocatore per la sua totale disponibilità a venire da noi. L’ho trovato in buone condizioni e questo lo deve sicuramente alla preparazione che ha svolto con Torino. L’ingaggio di Cusin rappresenta un’ottima soluzione per sopperire all’assenza di Boev, specialmente se i tempi di recupero dovessero prolungarsi. Sono sicuro, inoltre, che Marco possa portare al gruppo anche un po’ di cultura sportiva, aspetto certamente utile per una squadra tutta nuova come la nostra, composta da un mix di giocatori di esperienza e da altri che vengono da contesti e ruoli totalmente differenti». Di fronte un’Orlandina orfana ancora di Tevin Mack che si spera di recuperare per domenica prossima. È un roster dall’età media molto bassa quello dei paladini che, con l’eccezione dei due americani, possono contare su un pacchetto di giocatori giovanissimi, tutti under-23. Guardando all’anagrafe, il più esperto è il 23enne Flavio Gay, playmaker potenzialmente con tanti punti nelle mani. Nelle tre recenti partite di Supercoppa ha fatto registrare una media di 13.7 punti a partita, a cui si aggiungono 3.7 assist; numeri simili a quelli della scorsa stagione, in cui, al debutto in A2, aveva subito ben figurato con i colori del team siciliano. Nonostante sia soltanto un classe 2000, il più navigato del roster – in termini di esperienza nel secondo campionato nazionale – è Matteo Laganà, fratello minore dell’ex biancoblù Marco Laganà, quest’anno in forza a Mantova. Matteo, scuola Olimpia Milano, è nel roster orlandino dal 2017 e conosce perfettamente l’ambiente, che ne apprezza le sue qualità tecniche. È il giocatore di Capo d’Orlando che conosce maggiormente coach Sodini, e viceversa; i due hanno infatti vissuto insieme un triennio significativo. Un passato nelle giovanili dell’Olimpia lo ha anche la guardia- ala Simone Vecerina, del ’99, reduce da una buona stagione a Bergamo lo scorso anno; in Sicilia ritrova coach Cardani che lo aveva allenato anche in quel di Bernareggio. Completano il tris di classe ’99 anche i ventiduenni Federico Poser e Modou Baye Diouf, entrambi centri di ruolo. Quest’ultimo faceva parte della rosa dei paladini già dalla passata stagione, dopo essersi messo in mostra in precedenza proprio a Bernareggio, in Serie B. Interessante è anche il profilo tecnico di Francesco Reggiani, esterno classe 2002: lo scorso anno ad Alba, in Serie B, ha avuto un impatto eccellente considerata la sua età. Infine, i più giovani di tutti: il play-guardia Quinn Ellis, mancino, britannico, e Ricards Klanskis, robusta ala lettone; entrambi sono nati nel 2003. Capitolo americani, invece: la coppia USA è formata dalle ali Tevin Mack e Nick King; classe ’96 il primo, classe ’95 il secondo. Mack, nativo di Columbia, capitale della Carolina del Sud, è un’ala piccola versatile che spicca per fisicità e atletismo; viene da una stagione al Pristina, formazione kosovara con cui ha disputato il suo anno da rookie dopo il college. Nel 2020 è uscito da Clemson University; nel 2019, invece, ha vinto le Universiadi a Napoli con la maglia della Nazionale americana. Tuttavia, a causa di una distorsione a una caviglia rimediata nel match di Supercoppa contro Trapani, il suo utilizzo per domenica è da considerarsi in forte dubbio. Quanto a King: così come Mack, anche il 26enne di Memphis, Tennessee, ha cambiato diversi atenei nella sua carriera universitaria. Nei tre college frequentati spicca l’anno ad Alabama, unversità che frequentò anche Mack ma i due nuovi compagni di squadra non si sono incrociati perché in due periodi differenti. King è un altro giocatore estremamente duttile e fisico, capace di ricoprire entrambi gli spot di ala e, all’occorrenza, anche quello di centro. Dotato di un buon tiro da fuori, King è alla sua seconda esperienza in Europa dopo aver giocato lo scorso anno in Olanda al Leiden, con cui ha vinto il titolo nazionale. Per lui 13.1 punti, 5 rimbalzi e 1.8 assist di media uscendo dalla panchina, senza tralasciare un ottimo 43% da tre, che conferma la sua mano educata da oltre l’arco.