″È una messinscena criminale per inscenare il suicidio, depistare le indagini e allontanare le responsabilità dai colpevoli. I due corpi sono stati spostati nel luogo dove sono stati ritrovati”. A parlare sulle pagine del quotidiano La Stampa è Daniele Mondello, marito di Viviana Parisi e padre del piccolo Gioele, mamma e figlio scomparsi tra i boschi di Caronia (Messina) il 3 agosto 2020. Vennero ritrovati senza vita solo molti giorni dopo: Viviana l’8 agosto ai piedi di un traliccio vicino al guardrail; il figlioletto di quattro anni, il 19 agosto, in un boschetto distante.
I loro corpi sono ancora sequestrati e senza sepoltura, alla ricerca della ricostruzione di fatti e responsabilità. Daniele Mondello non ha mai ha creduto alla tesi dell’omicidio-suicidio e oggi racconta i suoi dubbi:
“I corpi di mia moglie e di mio figlio erano distanti mille metri l’uno dall’altro, hanno le stesse ferite da caduta nonostante non ci fosse alcun traliccio e nessuna altura nel luogo in cui è stato trovato Gioele, e la stessa sostanza rosacea nei denti, una colorazione che indica la condizione di asfissia mentre si muore… hanno avuto la stessa morte. Come si spiega la distanza? Chi e perché ha spostato i corpi di mia moglie e di mio figlio?”.
A chi gli domanda cosa sia accaduto davvero, Mondello fornisce una sua personale ricostruzione dei fatti:
“Viviana e il mio bambino sono precipitati – caduti o lanciati, chissà – nel bosco di Caronia all’interno di un invaso con circa 50 centimetri d’acqua sul fondo: un pozzo, una cisterna, un contenitore. Sono precipitati contemporaneamente, Viviana si è fratturata varie parti del corpo, soprattutto a sinistra, le sono esplose due vertebre, ha perso coscienza e sensibilità, è morta per asfissia. Gioele ha impattato con la testa ed è morto per asfissia. Poi i due corpi, in tempi diversi, sono stati estratti dal fondo del pozzo”.
Daniele Mondello sottolinea che l’ipotesi omicidio-suicidio sia da escludere per i segni ritrovati sui corpi e le evidenze mostrate dai luoghi del ritrovamento dei cadaveri:
“Lo escludono lo stato dei corpi, le fratture, i segni sul corpo e sui vestiti di Viviana, l’assenza di ogni traccia che unisca Viviana al traliccio ai piedi del quale è stata trovata, l’impossibilità che Viviana abbia percorso il tragitto dalla piazzola al traliccio, che si sia arrampicata sul traliccio e buttata, che abbia potuto strangolare Gioele facendolo morire per asfissia, che Gioele si sia fratturato il cranio nell’incidente”.
“Questo lo dice la scienza”, dice Mondello, “io aggiungo, con il cuore e con la testa, che Viviana non avrebbe mai e poi mai potuto fare del male a Gioele”.