C’è attesa per l’esito dell’autopsia eseguita al Policlinico di Messina su Mariolina Nigrelli, la donna di 40 anni trovata impiccata con la figlia Alessandra di 14 anni in una casa di campagna nella zona del Letto Santo di Santo Stefano di Camastra. Il legale incaricato dalla procura di Patti di svolgere l’esame autoptico è la dottoressa Patrizia Napoli che dovrà chiarire tempi e modalità dei decessi e quindi confermare o meno l’ipotesi dell’omicidio – suicidio. Domani, giovedì 3 giugno, alle 15,30 sono stati fissati i funerali nella Chiesa Madre di Santo Stefano di Camastra e in coincidenza con le esequie il Sindaco Francesco Re ha proclamato il lutto cittadino. Intanto, non trova ancora conferme la circostanza che Mariolina Nigrelli si sarebbe rivolta allo sportello antiviolenza “Diana”. I responsabili del centro hanno affidato a un post su Facebook le considerazioni su questa tragedia che ha scosso l’intera comunità stefanese:
La morte delle nostre Mariolina e Alessandra lascia tutti senza parole con un’immensa sensazione di dolore e amarezza nel cuore. Dolore, per la perdita di due giovani donne che, nel profondo senso di solitudine, non hanno trovato altra via d’uscita. Amarezza, per non aver capito quanta sofferenza si celasse dietro la loro vita apparentemente serena. Troppo spesso si disattende la “curiosità” verso l’altro che, etimologicamente, significa “aver cura”. La stessa società in cui viviamo ci induce, a volte, a fermarci all’apparenza, senza chiederci se dietro quel sorriso o quel “va tutto bene” ci sia davvero una serenità o non sia, invece, l’indicatore di lacrime accuratamente celate. Negli occhi degli altri sta la verità della sua anima ed ognuno dovrebbe, a suo modo, provare a scorgerla.
Probabilmente la vita di tutti sarebbe migliore se la fretta, la disattenzione, le incomprensioni, le oppressioni, lasciassero il posto alla gentilezza, alla libertà, alle parole sussurrate e dette col cuore, alla sincerità senza la paura di sentirsi sbagliati o giudicati, ad una carezza che significa dolcezza e ad un abbraccio che significa casa. A volte, tutto quello di cui avremmo bisogno é una maggiore delicatezza e l’accettazione di ciò che si é e di ciò che non si potrà mai essere, senza che questo si trasformi in difetto o in mancanza. Sarebbe bello se, in un mondo dove le emozioni passano anche attraverso un bit, ci si fermasse per ascoltarsi, per rivelarsi senza scudi di paure, per entrare in punta di piedi nella vita dell’altro, facendo attenzione a camminare senza mai calpestare.
Nessuno è immune dal dolore e nessun dolore è immertevole d’ascolto e conforto. Spesso, ci si sente oppressi ed ingabbiati in scelte e/o condizioni necessarie che acuiscono un profondo senso di insoddisfazione fino a giungere al più tetro buio dal quale, a volte, non si trova alcuna via d’uscita. Non c’è, e non deve esserci, vergogna nel dolore e chiusura o pregiudizio alla comprensione. Il senso più profondo dell’essere comunità si coglie nella sua capacità di non lasciare nessuno indietro, nell’impegno comune volto alla rimozione di condizioni di disuguaglianza, incertezza, isolamento, nell’essere abbraccio e conforto verso chi, per qualsiasi ragione, attraversa un momento di profondo dolore. Mariolina e Alessandra ci invitano a riflettere su noi, sul nostro essere in rapporto con l’altro e su quanta strada ancora ci sia da fare perché tragedie di questo tipo non si verifichino più.
Lo Sportello Antiviolenza “Diana” di Santo Stefano di Camastra si stringe attorno all’immenso dolore dei familiari, tutti, e ricorda che nessuno è solo, che una mano tesa è accoglienza ed un buon cuore è ascolto, che nessun buio può essere tale da non trovare la luce.
Insieme si può essere speranza, rinascita, vita.